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via Diario Scapestrato by Alucard82 on 4/17/06
Sono ancora intontito per le poche ore di sonno, e se ho dormito poco vuol dire qualcosa. Sono intontito anche nello scrivere, quindi perdonatemi gli eventuali errori di scrittura, credo non riuscirò nemmeno a correggerli se non con un enorme sforzo. Dunque... ieri sono uscito con la Coinqui, e fin qui nulla di strano. Siamo andati a dove lavoro, poi al SenzaTempo, ormai divenuta una meta quasi fissa. E non poteva mancare lei che ci provava, stavolta però non me la sentivo di starmene in disparte. Ho cominciato a parlottare in giro finchè non mi sono fermato su di un ragazzo esile, bel visino e due occhi grandi e neri. Inizialmente la vedevo difficile, sembrava non mi degnasse proprio. Così mi relaziono con la sua amica, giusto per far capire che oltre ad offrire puramente un approccio fisico, so pure parlare ed essere simpatico. Intanto la Coinqui riesce nell'intento di addossarsi ad un tipo, io mi perdo in un discorso con uno sconosciuto, e il ragazzo esile dal bel faccino lo perdo. Quando me ne sono accorto volevo piangere, mi sono pure un pò incazzato con chi mi aveva messo nel mezzo della stupida discussione. Avevo perso il tipo dal bel faccino!!! Il tipo della Coinqui ci propone di andare in un altro bar e... al banco c'è lui, il bel faccino! Non mi caga di striscio... mi dico "cheppalle!!", penso che probabilmente la sua amica gli ha parlato di me e come sempre questo non è d'aiuto, perchè la cosa sembra forzata, innaturale, e la pressione psicologica manda tutto a puttane. Mi siedo al tavolo con gli altri, la Coinqui invece si alza e va a parlare con l'amica del bel faccino. Dopo dieci minuti non è ancora tornata, mando in ricognizione il tipo che ha tirato su per la sera e finalmente riesce a tornare da noi. A quel punto è il mio turno, mi alzo, vado al banco, parlo con la sua amica del più e del meno, il bel faccino invece si intrattiene con dei over 30: se la vuole tirare evidentemente. Sto al gioco. Lo guardo per alcuni istanti intensamente, poi m'introduco nel discorso e gli rubo la scena. Pensava forse che m'intimidissi, che mi facessi in disparte alle prime difficoltà? Ah! Ziocco! Dico alla Coinqui di andarsene a casa tranquillamente, di non aspettarmi, di non preoccuparsi. Come prima cosa mi faccio dare il suo numero accompagnando la richiesta con la frase "se vuoi puoi darmelo anche domattina quando ti sveglierai accanto a me...", frase ormai collaudata e che funziona alla grande. Accompagnamo le sue amiche per un pezzo di strada, poi lui decide di mollarle lì, io faccio un pò di resistenze dicendogli che non mi fido a lasciarle sole, così faccio anche la figura del dolce premuroso, ma lui mi convince che se la cavano benissimo anche da sole, e rimaniamo soli. Tempo un minuto che mi ficca la lingua in bocca e povera la macchina che ci ha ospitato sul suo cofano! Arrivare all'appartamento è stata un'impresa. Quando apro la porta trovo la Coinqui con il tipo, ancora in piedi, ancora vestiti, li guardo con disdegno dicendo: "'sti etero, che lenti che sono". Io porto il bel faccino in camera mia(nel tragitto, a parte tutto abbiamo parlato pure, fa lingue, si chiama Irlanda(ovviamente è il solito pseudonimo inventato da me) e ha 21 anni, rimmarrà qui a BellaVista solo fino a luglio, è mezzo irlandese e mezzo indiano e così mi spiego quel fascino profondo che richiama alle viuzze accalcate di Calcutta, all'afa soporifera e umida dell'estate del Tropico, alle nebbie incantatrici dei narghilè... lo so, esagero...) e da lì... Ho dormito poche ore, probabilmente cinque, non so, e anche appena svegli, il suo odore, il mio odore, si sono nuovamente mescolati assieme.
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