venerdì 17 febbraio 2012

The most end

Ok, stare con W evidentemente mi evita esaurimenti e somatizzazioni. L'altro giorno mentre mi stavo facendo la doccia mi sono accorto che ancora sul blog non ho parlato di quando a Dicembre ho incontrato Davide, Giorgio e Francesca. Voglio dire, questo sarebbe decisamente un evento da raccontare! Davide è il mio ex-migliore amico, colui per il quale in adolescenza sono caduto in depressione perché depositario dell'immagine del mio io. Lui sarebbe fondamentalmente il primo per cui provavo erezioni, probabilmente, credo, o almeno nella mia testa attualmente ho ricostruito così la mia storia di gay inconsapevole. Lui è il ragazzo con cui per anni abbiamo avuto un'amicizia così profonda che tutti fraintendevano, che ci permetteva di stare in un letto assieme e magari pure di abbracciarci, di dirci pure che ci si ama anche se non attratti "sotto quel punto di vista lì". Davide è quel ragazzo che dopo secoli, finalmente, son riuscito a mandare a remengo(circa tre anni fa, in concomitanza con la mia laurea). L'incontro, subito dopo Natale, è avvenuto a casa dei genitori di Michele, per l'annuale scambio di auguri, una tradizione che io avevo interrotto proprio dalla rottura con l'ex-migliore amico. Naturalmente ho dovuto fare un po' del teatrino, porgendo solo un dito per salutare e cercando di fare la vergine di ferro limitando qualunque tipo di approccio ed effusione amicale. W, sempre al mio fianco, mi ha detto poi che la tensione nella stanza era decisamente palpabile. Eppure ho cercato di essere il più neutro possibile. Ad ogni modo l'incontro mi ha fatto notare quanto sia difficile per molti essere soddisfatti del proprio operare. Questa è una cosa che personalmente non sento, ogni tanto mi domando se ciò che faccio è realmente ciò che voglio, ma non soffro, non ricuso alcuna defezione nevrotica o sensi d'impotenza o rimorsi per un'azione non fatta. Pure il mio lavoro, vogliamo parlarne per l'ennesima volta? Vi risparmio. E invece Davide fa il ricercatore, ma ne è assolutamente scontento e non apprezza minimamente ciò che fa e ciò che è, ha dei progetti ma pensa di non poterli realizzare perché ci vede degli ostacoli insormontabili. Credo ci goda un po' a stare in quello stato di continuo "sottotono". Ecco, comunque a me quello che mi salva è il fatto di riuscire ad apprezzare un casino tutto quanto, soprattutto apprezzare me stesso. Di fatti quello che in questo periodo mi demoralizza è il mio peso, ma sono convinto che appena passerà questo full-time(nel vero senso ella parola) lavorativo riprenderò con la palestra, come d'altronde avevo abbozzato a fare in Gennaio.
Però con questo post volevo parlare di tutt'altro, di me e di W, la coppia bella e felice, che non va alle cene di famiglia e vomita tutti i casini casalinghi(come mio fratello, impegnato in una convivenza con la sua futura sposa e sua sorella), che non soffre di problemi economici, fanno progetti allegri e felici e tutte le preoccupazioni sono da reputarsi al lavoro e comunque sono del tutto sostenibili, perché finché c'è l'amore e la salute c'è davvero tutto e anzi tanto di più.
E ti pareva, adesso che volevo parlare delle cose zozze, parlando di peni e pompini, cazzi e mazzi, toh!, devo andare, mi sa che toccherà aspettare al prossimo post.