martedì 20 dicembre 2011

Second Time

18.08.07

 
 

Inviato da Aluchino tramite Google Reader:

 
 

tramite Diario Scapestrato di Alucard82 il 18/08/07

Da tempo che non lascio qualche traccia su questo blog. Sembra che mi vada tutto bene, o che non abbia tempo per dedicarmi a questi fogli eletronici: è quasi tutto vero. Ieri ho litigato con mia madre, ma mi ha fatto bene. Erano giorni che mi portavo dentro il peso della frustrazione e de "l'urlo imcompreso e inespresso" che mi affligge da qualche mese a questa parte. Ho litigato con mia madre, accuse mie di soffocamento e gli ancestrali sensi di colpa da parte di lei, un inutile discussione, nata da inutili battibecchi e frecciatine. Dò sempre l'impressione di essere un presuntuoso, lo so, ma lo faccio in realtà per una insicurezza genetica,la quale son ben riuscito finora a nascondere. Le mie reazioni diventano eccessive, isteriche nel momento in cui mi si sottolinea qualcosa di chiaramente difficile da realizzare. Parto dal presupposto che comunque i pericoli, in ogni cosa, sono compresi nel viaggio. Tenermeli presenti ogni due secondi non ha alcuna utilità se non di aumentare la paura di cadere. Non è che poi sia impreparato agli eventuali urti, sono pronto ad ogni evenienza e prima di muovermi ho pensato giorni e giorni a cosa fare e ai possibili cambi di direzione e agli imprevisti. Se io dò l'impressione di aver la riuscita di qualunque cosa a portata di mano, i miei famigliari invece, al contrario, credono nella disfatta, impossibilità e assurdità di certe mie idee... cavolo... volevo scrivere di tutt'altro e invece mi ritrovo ancora a lamentarmi, e io odio lamentarmi quindi, lascio perdere, vado a caporiga e ricomincio.

Da un paio di giorni ho la quasi conferma di una cosa: dopo quasi due anni di latitanza, la parola innamorato mi suona famigliare. Già, credo di essere innamorato di Daimon, spero solo di non impazzire. In passato mi è capitato ed era una sensazione soffocante e liberatoria, un ribollire di confusione e respiro corto ad ogni minuto passato a pensare all'assenza di "lui-accanto-a-me". Vorrei sapere come possiamo definire bello e grandioso un sentimento come l'amore, che ti lascia incosciente e destabilizzato al pensiero di "lui-lontano-da-me". Ho imparato a conviverci da tempo con ste sensazioni, inutile, inutilisimo, provare a darci una ragione, un'intricato dispiegamento di cervellotiche teorie e convincimenti(cosa che da adolescente ho fatto spesso e volentieri) per sperare di non soffrire più. L'unica è fare finta di niente, lasciarle lì inespresse, o accontentarsi semmplicemente di un "mi manca". Perchè a me "mi manca", altrimenti proverei a chiamarlo, anche se so che è al lavoro e probailmente non risponde, e che succederebbe pi? Che ci starei male, e allora preferisco che sia lui a farsi vivo. E con lui, con Daimon, non corro il rischio di aspettare giorni o settimane accanto ad un telefono che non vuole squillare, forse perchè mi vuole, o perchè è fatto così, chiamare una persona cinque volte e più solo per sentirla. Non m'importa molto perchè lo fa, so solo che mi va bene ed è esattamente ciò che voglio, che mi dà quello di cui ho bisogno e non devo neppure stare a chiederglielo perchè me lo dà spontaneamente... oddio... la casa al mare non me l'ha ancora fatta vedere però, chissà, in futuro... per ora mi accontento della sua casa in montagna, nella quale mi ha già proposto di venire ad abitare finchè non si sistemano un pò le cose(il suo lavoro, la mia laurea e quindi il mio lavoro) e poi, da lì, pensare ad un appartamento adatto ad entrambi(vi pare che io me ne possa stare isolato e/o lontano da un qualsiasi centro abitativo con meno di 10 bar? necessito dello spritz hour, io!).

Ho aspettato molto prima di raccontarla, ma da due settimane a questa parte è successa pure una cosa abbastanza importante. Alla prima volta non ci ho dato peso, "figurati se lo dice sul serio" avevo pensato, poi me l'ha ripetuto una seconda volta e stavolta da sanissimo(lo ammetto, la prima volrta gli avevo dato da bere quasi due bottiglie di vino per convincerlo a farmi un.. err... basta che dica che inizia con la "p" per farmi capire, vero?). In passato sarei corso tutto esaltato a scriverlo sul diario e sul calendario come data da segnare, e sopratutto avrei preso quelle due paroline magiche come un contratto prematrimoniale a lungo termine. Oggi sono un pò più cauto, lo scrivo dopo due settimane e senza sembrare un esaltato innamorato. Daimon mi ha detto ti amo, e non sussurrandomelo all'orecchio, ma guardandoci in faccia, mentre al solito ci divertivamo a stare vicini, uno sopra l'altro, a scherzare del lavoro e delle cose della vita, a sognare del nostro futuro, lasciandoci a dolci considerazioni sulla nostra coppia; mi ha detto ti amo a bocca aperta, sorridendomi e poggiando le grandi mani alla mia testa, giusto prima di fare all'amore.

E mò sto davanti a questo schermo inebitito a pensare alla dolcezza di quelle parole e alla sua voce allegra(che mi piace un sacco sentire). Ogni tanto qualche nuvola di dubbio, ma non si sofferma perchè tanto non ci bado.

Con lui

sto bene

così.

 
 

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