mercoledì 11 maggio 2011

Ahi!

Sarà che ho poco da fare o una gran voglia di non fare, però per passatempo mi metto a mettere in discussionela mia vita. A lavoro ad esempio sto dando uno stop deciso a questo percorso da formatore. Più o meno. In realtà sono solo poco convinto sul fare un master di formazione. Non è voglia di mettersi in gioco? Semplicemente mi sento svogliato? mi sono rotto le palle di mettermi dietro a studiare? Probabilmente se non richiedesse tutto questo impegno(doversi trasferire una settimana al mese a Milano, spendere quindi soldi per il trasporto e il cibo perchè per l'alloggio si presta per fortuna una mia collega), se fosse tutto spesato e mi permettesse di tornarmene a casa mia ogni giorno, lo frequenterei senza tanto pensarci. Dimostro che in fondo sono un ragazzino viziato, una pappamolla. Forse il problema è la linearità della mia vita. Cioè, non che abbia passato l'esistenza senza grossi tumulti, però erano tutti abbastanza gestibili. Ok, ho avuto delle storie complicate, ma appunto, le cose fuori dall'ordinario provengono tutte dagli individui che ho incontrato. Cosa ho fatto in fondo io da essere raccontato? In adolescenza ho fatto l'adolescenza rompendo i colgioni a tutti su valori e morale, poi ho costretto i miei a trovare un modo per farmi frequentare l'università a Verona, quindi la mia coinquilina mi ha trovato un lavoro. Finito l'università sono tornato dai miei e ho cominciato un corso di management in PMI perchè me l'ha proposto una mia ex-collega d'università. Finito questo, l'agenzia che faceva il corso, mi ha preso come tutor di informatica, nel perodo di magra me ne sono andato all'estero con il progetto della provincia e appena tornato mi hanno dato le docenze di informatica. Ora sto in ufficio ad aiutare con la segreteria. Tutto lineare, o per meglio dire, dove posso leggere il mio progetto. Sono una serie di opportunità che mi sono capitate e che io non ho dovuto fare altro che coglierle. Erano lì a portata di mano e io non ho fatto altro che tenderla un pochettino per acchiapparle. Sì, anche questo master in formazione è un'opportunità che addirittura sarebbe a costo zero... quasi a zero... Ecco forse mi sono abituato alle opportunità a costo zero e ora che ne avrei una in cui dovrei metterci un minimo del mio, mi ritiro perchè troppo oneroso.
Questo potrebbe essere un sentimento.
La scusa che invece ufficialmente adduco e su cui ho fatto partire un'azione finanziata dalla provincia, è che visti i tanti diversi ruoli ricoperti nel così breve arco di tempo e poichè sto ricevendo pressioni affinchè mi sposti con il lavoro a Bolzano con un ruolo più sociale e amminsitrativo, in testa ho la necessità di fare chiarezza su cosa voglio fare davvero. Non so cosa voglio fare. Sto lavorando e finora mi è riuscito bene tutto. Ok, forse non dovrei auto valutarmi in questo caso, ma anche raccogliendo i feedback in giro, il risultato non cambia. Sono positivi, tutti che io sappia hanno una considerazione molto positiva del sottoscritto. Forse avvrebbero fatto meglio a rimarcare le mie mancaze in questo periodo e invece l'unico vero critico "cattivo" sono solo me stesso. Valuto ad esempio negativo l'ultimo corso di informatica che ho fatto, perchè probabilmente ero troppo stanco e stressato per affrontarlo. E questo mi ha posto una serie di dubbi sull'essere fatto per questo genere di lavoro. Dopo ogni corso portato a termine uscivo davvero spolpato, stanco ed esaurito delle mie energie. Come potevo affrontare di seguito un nuovo corso? La risposta è venuta nell'ultimo corso di cui lamento la mia prestazione. A mio parere ne sono uscito male, i partecipanti seppure soddisfatti della mia competenza, mi hanno visto poco felice. Nelle loro valutazioni mi hanno detto di sorridere un po' di più e fondamentalmete di essere più paziente, di andare con più calma nelle spiegazioni. Ho probabilmente gestito male l'aula. Non che davvero fossi "isterico" durante la lezioni o facessi le cose di fretta, anzi! Ripetevo e ripetevo eppure l'impressione finale è stata quella di non essere andato abbastanza piano con le spiegazioni. Eppure il tutor che mi accompagnava non ha avuto da ridire nulla sulla mia conduzione. Eppure io sentivo che c'era qualcosa che non andava. Oltre a ciò ho lavorato in ufficio, rapporti con la "clientela" rosicati. Niente stress, niente prestazioni sociali da esercitare. Ottimi i risultati anche in questo campo. Mi è piaciuto mettere mano a carte e cartelle, sistemare e risistemare la gestione dei corsi. Un lavoro che mi è stato direi facile, poco impegnativo e dispendioso. Ho esercitato più che altro tempo e pazienza. Di certo nella situazione di segreteria c'è molto meno da mettere sul palco e le mie abilità "sociali" sono limitate ai rapporti con i colleghi. Poco impegnativo, comuqnue renumerativo. E allora perchè tornare in "cattedra"? Dovreste essere questone di passioni e di sentimenti, no? Ed ecco allora spiegato di nuovo il tutto, sempre si ritorna alla mia distanza dai sentimenti, direi problematica anche se forse mi ha salvato tante volte, o mi ha reso una persona migliore agli occhi degli altri. Non è poi di questo che mi lamento ogni tanto? Di essere spesso considerato una persona buona e brava?
E ho parlato solo del lavoro, ma la distanza patologica dai sentimenti coinvolge necessariamente tutte le aree, ma sarà raccontata un'altra volta...