sabato 24 aprile 2010

Ich ass!

Avevo i miei dubbi, ma sono rimasto aperto alle possibilità. Mi son detto "magari mi sbaglio", ho fatto finta per un bel pò, lasciando opportunità per smentite piuttosto evidenti. Oggi però non posso fare a meno di constatare il fattaccio. Il gruppo di italiani son proprio dei mollaccioni! Ma dai cazzo! Non hanno alcuno spirito di iniziativa se non quello di andare a noleggiare una bici e farsi un giro. Propongo di andare ad Amsterdam per il Queen day, mega festone assurdo e loro rispondono con totale assenza di entusiasmo. E neanche ti dicono di no e basta, ma tergiversano, come se avessero paura a dire di no, ma porca pupazzola! Invece di fare finta di non avermi sentito, porca puttana troia, dimmi solo che non sei interessato! Che odio! E invece devono star lì a tirarsela per millenni e invece di dirti le cose, te le fanno solo intuire o tergiversano. Che due coglioni! Dovevo già sospettare qualcosa all'affermazione(o almeno così suonava) "ma te per divertirti devi bere?". Poi cazzo, dopo mezzanotte le donne stan lì a guardare subito a che ora hanno il tram, che ce ne è uno ogni ora, ma loro devono vedere il primo che parte, che poi diventa troppo tardi e di mangano tutta la giornata. Ma cazzo! L'una e mezza per ragazzi dotto i 27 anni è tardi? Solo i trentini. Solo i trentini, cazzo! Che odio. Ma ci rendiamo conto che sto tornando allo stesso orario del ragazzo di 18 anni che dorme nella stanza accanto? Ma vergognatevi.
Ah, l'altro giorno parlando con uno del gruppo, viene fuori il discorso palestra e io che è da dicembre che mi dico di andarci e mi sono ripromesso che in Germania mi ci sarei iscritto, viene preso questo mio "interesse" come un volerci provare con la persona del gruppo che ci vuole andare... ora, cioè, no, non riesco proprio a capirlo. Come cazzo ti viene in mente che mi passi per il cervello di volerci provare con un botolo come te? un cesso ambulante che manco un camio  rimorchio ma tara quanto te!?, mò allego pure la foto di sto bidone d'uomo se ci riesco. La cosa più assurda è che l'idea era condivisa da altre due tizie, ma visti il cm³ di cervello non mi scandalizzo più di tanto. La foto non rende giustizia alla sua "possenza" , vorrei poter giustificare il fatto con l'ignoranza dei miei gusti personali, ma davvero reputo il tizio improponibile al sottoscritto. O hanno una scarsa considerazione di me o non so.
Sembra proprio cmq che al Queen day non ci vado, anche se ho fin troppi fastidi per reputare questa scelta come decisiva. Un po' mi "spaventa" l'andarci da solo, dall'altra se penso che la situazione comunque non cambierà, forse è il caso di cominciare a pensare di farmi i cazzi i miei.

Sotterrato

Oggi ho proprio sentito la voglia di scappare da questa esperienza, tornare a casa per abbracciare Simone, non pensare a null'altro che a lui. So bene che questa è solo una fuga dalle cose che non mi stanno soddisfacendo molto e che sopratutto non ho le palle di cambiare. Forse in fondo è vero che sono un viziato e che ora faccio i capricci. Almeno lo so e per questo l'idea della fuga rimane un pensiero. Ora spero di non rassegnarmi semplicemente e magari di non continuare a lamentarmi per cose per cui non mi sono sforzato minimamente di migliorare. Per prima cosa dovrei guardare se tra le lezioni che hanno luogo in questi giorni ce n'è qualcuna che ricade nel mio orario lavorativo. D'altronde non m'importa di apprendere la materia in sé presentata, ma osservare cosa accade nelle classi qui in Germania e come si comporta il docente. Mi presenterei ai partecipanti, mi metterei in un angolino e morta lì. Voglio dire, molto più produttivo che starsene seduto in un ufficio a guardare lo schermo blu cercando in tutti i modi di cavare un ragno dal buco!
Oggi mi son sentito molto avvilito e demoralizzato. Mi hanno chiesto di andare a prendere un “Pakkete von ermione”... ecchecazzo è? Me l'ha ripetuto e mi sono immaginato che fosse Packete von Herr Mione, vado a chiedere giù in cancelleria e naturalmente mi strabuzzano gli occhi e mi dicono che non hanno alcun Packete e che non sanno manco chi sia sto Herr Mione. Torno triste dal capo e gli dico che il tizio della cancelleria non ha ricevuto alcun Packete da Herr Mione. Al che il tizio, mi fa che è molto strano e che ci pensa lui. Dopo cinque minuti torna con una risma di carta in mano... ma porca pupazzola! Ma non poteva chiamarla Blattpackete o Papierpackete? E così ho fatto la mia prima figura dimmerda. Non li ho visti ridere, mentre io al loro posto avrei riempito il praticante di sfottò.
Finisco di lavorare e faccio per uscire dall'edificio, quando vengo fermato da una vecchina che mi riconosce. Mi dice qualcosa di ieri e io gli faccio di sì che ieri ci siamo visti. Poi mi fa na domanda che non capisco, io la guardo storto e gli dico che non ho capito, così me lo ripete, stavolta mangiandosi solo metà delle parole. Le faccio che tut mir leid ma non ci capisco un cazzo, ripeto quel che ho capito della sua domanda, tipo “ieri io ho ????”, lei mi dice la parola in 5 lingue diverse ma simultaneamente, come se fosse un'unica parola. Nel mezzo mi sembra di aver capito joi, forse m'ha chiesto se son felice del posto. Le dico che ieri ho fatto il Testimon(per rendere tedesche le parole che non so, prendo quelle italiane e gli tronco via l'ultima lettera) ad un'esame e così pure oggi, che non so che cosa mi voglia far fare il signor Otto(il mio tutor aziendale), ma domani è un nuovo giorno e un nuovo giorno porta sempre qualcosa di nuovo. Sì, pure in tedesco cerco di fare il brillante, dicendo cose che suonano bene, ma che fondamentalmente non vogliono dire na sega. Salutata la simpatica vecchina, che ha in effetti una faccia nota, continuo il mio percorso verso la stazione per prendere lo Strassen-Bahn che mi porterà a casa. Sfoglio nuovamente il libro che presenta i corsi della Volkhochschule cercando qualche notizia utile e alla prima pagina ci trovo la presentazione dell'istituto firmata dal principale di tutta la baracca. Ovvio, la vecchina è la stronza che mi ha fermato prima e che io ho trattato con totale disinvoltura manco fosse la mia vicina di casa. Forse mi sarei dovuto pronunciare con maggiore enfasi su come sia fantastica questa opportunità di lavorare all'interno di una così prestigiosa struttura, e invece... La Volkhochschule è un istituzione in Germania, praticamente la sua presenza è capillare in tutto il territorio tedesco, è pagata dalla regione, dallo stato e dai partecipanti. La sua attività è quella di offrire una formazione continua agli adulti, al suo interno hanno luogo esami di qualificazione per l'ottenimento dei vari livelli del Goethe Insititut, ad esempio e molto, molto altro.
L'unica è provare a parlare ancora con Herr Otto. Neppure ho capito perché mi hanno accettato come praticante, sperem!

domenica 18 aprile 2010

I vicini

Era palese che dovessi essere ospite di una famiglia in cui il Gastvater fosse ammalato gravemente di cuore, tale che non può fare alcuno sforzo fisico, che se è fortunato può lavorare per altri 4 anni al massimo e poi deve abbandonare. Un altro di quelli che non sai quando può capitare, il corpo lo può abbandonare oggi o domani, o un'altra volta. Quanti altri malati esistono per provare che la medicina è ancora ben lontana dal poter guarire, dall'essere esatta e quant'altro? Un giorno dovrei decidermi a mettere per iscritto la teoria delle emanazioni e delle auree magnetiche. Saranno le profezie che si auto avverano, o le coincidenze che scegliamo di vedere, ma a me sta vita mi mette tanti dubbi e interrogativi.

Egotrip

Adesso comincio a sentirne un po' la mancanza. Ecco, ora mi assale la paura che la maledizione del blog mi segua anche qui su blogger. Ricordo che tutte le volte che scrivevo qualcosa di dolce e di "esageratamente" mieloso sulla mia situazione sentimentale, accadeva sempre qualcosa che mi faceva rimangiare tutto e che portava la storia sull'orlo del precipizio. Cosa significano per me questi tre mesi lontani da Simone? Prima di partire gli ho ripetuto di mettersi a posto in questi tre mesi e in queste giornate di prima lontananza ho disprezzato l'idea di lui che veniva qui a trovarmi. È che la sua situazione non mi piace affatto, l'avere problemi economici e di salute, io non so quanto mi ci ritrovi a "sopportare" sta storia. La vita non potrebbe essere leggermente più semplice? sarei troppo felice? e che ci sarebbe di male? a chi devo chiedere il permesso? Mi chiedo se le cose devono cambiare o se potrebbero anche continuare così. M'infastidisce il mio ego e il suo stronzissimo difetto di sentirmi più degli altri. Una perversa superbia che è certo un voler nascondere la debolezza di sentirsi legato agli altri, a quello che pensano. L'indipendenza è in me un'imperativo, me lo sono imposto perché cerco in questa maniera di non soffrire, mi è intollerabile la sofferenza di perdere a causa di altri una parte di me. Mi sento una contraddizione psicologicamente giustificabile. Sono cosciente della mia smodata sensibilità, cerco di difendermi, è il mio istinto di sopravvivenza. E aggiungiamo pure l'orgoglio, che grande truffatore, non ammetterebbe mai nulla se in un campo neutro, in un discorso, nelle parole, ma guai se lo facesse nel comportamento abituale. 
Non abbraccio nessuno, m'irrigidisco se mi porgono qualcosa più di una mano distante, mi tendo legnoso a qualunque dimostrazione d'affetto o carineria. Poi esplodo tutto il mio desiderio di essere con l'altro con Simone, provo emozioni "assolute" per un bacio, per il suo odore, il contatto con la sua pelle. Diventa un desiderio così passionale che svanisce la razionalità, non ci sto più con la testa, si scopre tutto il mio ego e quello che voglio. Ho la certezza però che ciò non cancella chi ho davanti, Simone. Brucio ogni neurone per questo mio desiderio, ma è lui solo che voglio. Ho già provato a volere altri, ma non funziona, arrivo fino ad un certo punto, poi qualcosa si spegne e non riesco a concludere, a godere. La voglia si volatilizza, non rimane nulla, si dilegua, mi ritiro e non c'è quella mia vera essenza che cerca l'altro, a cui si vuole lasciare andare. Torna il mio gratuito altruismo, per non avere nulla in cambio e non soffrire, una gentilezza ma senza animo, svuotata, atona. Non mi do' all'altro, non gli lascio alcun pezzo di me. È un gioco da bambino. Potrei illudermi che con un'altro potrebbe essere diverso, potrei iniziare a baciare un viso, infilare la lingua per un briciolo di desiderio. Dentro di me però vi sarebbe solo la "delusione" di non trovarvi il desiderio che volevo evocare. 
L'Universo di Carlo ha due soli anche se ogni tanto si scambiano per lune.

sabato 17 aprile 2010

Fast update

Si sono concluse le due settimane di preparazione, lunedì parte il lavoro. Ho incontrato il capo due giorni fa. Ha iniziato col dire che attualmente non assumono, che non sa ancora che cosa mi farà fare e che comunque dovrò sopratutto arrangiarmi perché è molto impegnato. L'orario è dalle otto di mattina alle 16, con qualche possibilità di lavorare anche il sabato e la domenica. L'impressione che mi ha fatto non è rassicurante, spero non mi aspetti un periodo simile a quello passato alla OGP.

lunedì 12 aprile 2010

Quanto amore c'è

11 aprile 23.07

Mi son riguardato le foto fatte negli ultimi 5 anni e son felice di avere quei ricordi. Il fatto di poter di tanto in tanto ripescare qualche scatto, lo trovo affascinante. Si respira la vita e fa un bellissimo effetto.
È passata la prima settimana, abbiamo camminato tanto e per fortuna non siamo incappati in nessun incidente. La famiglia presso cui vivo è molto gentile. Parlo sopratutto con la madre (Barbara) che questa domenica mi ha fatto conoscere un suo ex-collega per un breve tour dei luoghi italiani a Bonn. E chi si ricordava che qui ha vissuto Pirandello? E che avesse studiato Marx? Questa è proprio una città storica e mica solo per Beethoven!
Ogni mattina mi sveglio alle 8 e prendo uno S-bahn(come quelle che ci sono a Milano e di cui mi sfugge il nome), partono ogni dieci minuti e viaggiano pure la notte, il fine settimana addirittura fino alle 4 e mezza del mattino. Sto a Dottendorf, un posticino tranquillo, ma a portata di mano dal centro. Ogni sera c'è un piatto diverso, o forse è stata una eccezione questa settimana, visto che l'intera famiglia era in ferie. Le scuole a pasqua chiudono per una settimana e Barbara fa la prof alle medie, suo marito invece è dirigente di una scuola vera e propria che aiuta bambini con particolari problematiche d'apprendimento. Ho ancora 5 giorni di lezione, poi comincerò il mio Prakticum. Lavorerò alla Volkhochschule, un istituto che si occupa di diversi corsi per adulti, un tirocinio praticamente fatto ad hoc per il sottoscritto! Non ho ancora ben capito quale sarà il mio ruolo, ma dovrei utilizzare le mie competenze informatiche nella gestione di alcuni seminari o incontri, ad ogni modo l'esperienza si presenta sulla carta perfetta per essere maneggiata all'interno del mio curriculum.
Qui le cose hanno prezzi più bassi che in Italia, solo l'acqua costa il doppio, ma la birra e gli affitti sono assai molto più ridotti. In centro un bilocale viene sui 500€! A Trento ti ci danno solo il garage! Credo che vivere qui non sarebbe niente male, oltretutto è a un tiro di schioppo da Koln e proprio ieri ci abbiamo passato la serata. Il gruppo funziona molto bene, sono stato decisamente fortunato anche questa volta.
Presto dovrò fare una telefonata alla mia zia acquisita e andarla a trovare per un fine settimana. Sta in mezzo alla campagna ed ha dei cavalli nel giardino dietro casa. Suo marito lavora a Bonn in una ditta di computer, anche se non ho ben capito cosa faccia. Un'altra delle mille coincidenze della mia vita.
Ho spesso pensato che in questi tre mesi avrei probabilmente tradito Simone. Già quando mi aveva mollato per pochi mesi mi ero ripassato Alessandro e dopo una settimana che eravamo tornati insieme, sono stato a letto con Michele(il gemello di Giorgio, e posso confermare che non si assomigliano proprio in tutto...). Quest'ultimo però non lo valuto propriamente un tradimento, perché anche se l'ho fatto venire parecchie volte, io non mi son tolto altrettanto lo sfizio, manco una volta. Mi piaceva star lì sotto il letto nudi e lui si è lasciato fare tranquillamente, però non riuscivo ad eccitarmi abbastanza per concludere. Con Simone, invece... mi basta vederlo e abbracciarlo sotto la maglietta che già vedo le stelle. Sono ormai molti mesi che non lo facciamo per via delle pillole che deve prendere, per questo mi ero convinto che sarei stato portato a tradirlo in questi mesi di lontananza se mi si fosse presentata l'occasione. Ho il “brutto” presentimento di essere proprio un idiota innamorato anche se fingo con me stesso di volermi buttare immediatamente su qualunque bel ragazzo mi si presenti. Pure certe mie attrazioni verso alcuni conoscenti sono talmente sciocche che evidenziano solo il mio attaccamento a Simone. Cosa intendo dire? Ultimamente il mio inconscio ha trovato attraente un tizio e si è messo in testa che questo, nonostante sia accoppiato con una ragazza, abbia particolari attenzioni verso il sottoscritto. La scelta è caduta su questo ragazzo proprio perché mi sarà impossibile averlo, ma allo stesso potrò godere di tutti i fraintendimenti che la mia mente vorrà cogliere per auto alimentarsi. In questo modo, con una del tutto finta infatuazione, potrà tenersi ben lontano dal tradimento. È come quando non sapevo di essere gay e continuavo imperterrito ad interessarmi a ragazze che erano già occupate e che al contrario, quando erano single, magicamente non m'interessavano più.
Spero che al mio ritorno in Italia, il mio daimon si decida a scegliere un lavoro.

Trasferta

Sono in Germania. Abbiamo attraversato il confino verso le dieci di questa mattina, nella prima tratta mi son beccato l'unico altro italiano del vagone. Un tizio di Lecce sulla cinquantina: non ha fatto altro che parlarmi per tutta la durata del tragitto fino a Monaco. E dire che avevo aperto un libro giusto per estraniarmi da tutti. La mia faccia deve avere qualcosa che porta gli estranei a confidarsi, o meglio, a rompere le palle. Se dovete chiedere indicazioni per la tal via o il tal negozio, nove volte su dieci lo starete chiedendo a me. Anche quando siamo scesi per il cambio treno, dopo cinque minuti una tizia ci ha fermato chiedendoci se quella fosse la corsia giusta per andare a Bonn. Naturalmente ha chiesto all'unica comitiva di italiani presenti.
La prenotazione dei posti l'hanno fatta casuale, siamo in sette e ognuno è messo a distanza di sicurezza l'uno dall'altra che non ci venga in mente di parlare tra noi italiani: almeno ci sarebbero passate queste infinite ore di viaggio! Quando lo farò notare al mio ritorno di certo useranno la scusa “ma così vi abituate fin da subito a parlare con la gente del posto!”, certo, a parte io che mi piglio il leccese. Ad ogni modo, della serie “capitano tutte a me”, appena entrato in cabina mi ritrovo davanti il tipico tedesco barbone, con il mangiacassette e le cuffie, in modalità “faccio finta di dormire”, con i suoi piedi puzzoni appoggiati al sedile. Ovviamente, lo stronzo, si è messo nei posti vicino al finestrino, dove tra l'altro ci sono le fottute prese per la corrente per il computer e qualunque altro arnese tecnologico. Grazie tante. Oltre all'odio di antipatia, nei confronti del vecchiaccio, si è pure aggiunto il fatto che il suo biglietto non era valido per la corsa, si era preso un regionale fino a Bressanone, il maledetto. Il bigliettaio non ha detto niente e se l'è cavata solo con un “mi raccomando, la prossima volta”. L'idea che scendesse perlomeno alla stazione più vicina era ovviamente una mia stupida speranza. Così mi son tenuto i suoi fettoni per tutto il viaggio. E in più il leccese.
Al cambio del treno son salito dalla parte della carrozza sbagliata, il mio posto era in cima, mentre io son partito dal fondo. Tra me e lui un genocidio di corpi e valigie. Giunto infine al mio 115 prenotato che poteva succedere? Certo, il ragazzo non si era accorto che il posto era riservato e via con il mio magnifico tedesco a spiegargli che doveva alzare le chiappe “Vielleicht haben Sie eine andere Platz in seinen Fahrkarte? Das ist meine... Ja, entschuldigung, eh...”
I primi chilometri sono stati paesaggi rurali, campagna e nessuna montagna. Molte case hanno i pannelli solari (finora nessuna nuvola) e ho sgranato gli occhi davanti ad un campo di pannelli. In effetti non potrebbe essere questa una possibile soluzione per tutte quelle piantagione che magari non hanno più fortuna? O tipo in Africa, perché non mettiamo campi sterminati di pannelli solari così poi da vendere l'energia accumulata? Ma anche qui in Italia, in Puglia, non avevamo il problema di avere zone paludose e incoltivabili? E allora via, creiamoci una nicchia nel mercato dell'energia. Altro che nucleare! Lo so, ci sono troppi interessi perché finalmente l'uomo si pieghi a qualcosa che non rovina l'ambiente e che è pure gratis. Rimango sconcertato di come la gente impazzisca e brami di accumulare un sacco di carta solo per il gusto di non so che. Voglio dire, pensate a Bill Gates, è il terzo uomo più ricco al mondo, guadagna una cifra assurda all'anno che se i soldi avessero davvero un valore, potrebbe sostenere metà del mondo e neanche accorgersene. Il fatto è che i soldi non hanno alcun valore e se lui decidesse di saldare i debiti (ad esempio) mondiali, l'intera economia cadrebbe e vivremmo una situazione di totale disfatta del sistema economico. Tutta aria fritta, lo so, è sempre il solito discorso delle banche che chiedono più soldi di quanto ce ne sia in circolo costringendo tutti a indebitarsi sempre di più o a produrre più carta denaro. E maggior numero di banconote, vuol dire un minor valore della moneta, cosicché viviamo una inesorabile discesa verso il fallimento. Ottimista, nevvero?
Chissà se davvero tornerò da questa esperienza avendo imparato il tedesco, ma soprattutto quello che mi preoccupa sono le possibilità di lavoro che mi troverò in Italia. Spero di non farmi prendere dalla disperazione e di essere abbastanza fortunato di trovare qualcosa che mi “assicuri” un futuro, o anche un domani continuativo e non a singhiozzi. A 28 anni non posso continuare a saltare da un tirocinio all'altro, da un'esperienza non pagata all'altra!
Btw, le cose in Germania sembrano più “dritte”.