martedì 6 novembre 2012

Giostre


Ecco, si torna ai vecchi tempi, dove scrivevo off-line aspettando una connessione internet. Ma come cavolo possono esistere ancora alberghi, dormitori, campus, senza una connessione wi-fi? hanno avuto il coraggio di consegnarmi con le chiavi un cavo ethernet!? E ad ogni modo con il mac non ci faccio nulla, naturalmente ho portato con me tutto, carica batteria, adattatore VGA, ebook, psvita e l’unico pezzo utile... l’ho lasciato a casa. 
Quando ero adolescente io e mio fratello fantasticavamo su quello che sarebbe stata la tecnologia nel futuro, ma chi lo sapeva che sarebbe passato così poco tempo per vedere quei sogni realizzarsi. Sembrava davvero di parlare di futuro, quando si immaginavano i computer portatili e per non parlare dei cellulari-PC. E quando c’era internet e si sognava di quando saremmo stati sempre connessi? “Che figata se si potesse accedere a internet andando in giro!” ed eccoci qui con dei padelloni di cellulari che ti permettono di accedere a internet. E mi sembrava impensabile qualche anno fa che le compagnie telefoniche permettessero degli abbonamenti decenti, mentre ora mi ritrovo con un abbonamento ALL INCLUSIVE.
Cazzo, ho trent’anni, forse era ora che cominciassi a stabilizzare un po’ la mia situazione. E all’università pensavo “chissà che lavoro andrò a fare”, o mi sembrava “in là”. Con la laurea cosa ci posso fare? Non ho mai avuto davvero il tempo per interrogarmi su che strada intraprendere, posso raccontare tutti dei subito dopo. Subito dopo la laurea un master in management delle PMI, subito dopo il lavoro come docente, subito dopo l’esperienza in Germania, subito dopo il lavoro come progettista. Colgo ogni occasione, ma forse non tutto ciò che mi si para davanti deve essere preso. Eppure se non avessi preso quel treno da Verona a Trento e non avessi incontrato la There che mi parlava di quel corso, chissà se mi sarei mai immaginato qui. 
Alcuni penseranno di me che sono un paraculato, uno troppo sicuro di sé e che magari vive nel mondo dei balocchi, che è viziato e quindi non si rende conto che fuori c’è un mondo non così pieno di opportunità, non per tutti almeno, ma siccome io sono stato fortunato allora mi sento... cosa? Non mi metto a giudicare, sono stato “fortunato” e allora mi sento di dire agli altri che se vogliono possono essere fortunati anche loro. Forse per me il rischio di fallire è sempre stato sottovalutato, no, non è vero. Solo credo che pensare “ce la posso fare - ce la faccio!” sia molto più entusiasmante, energizzante di “proviamo e speriamo che vada bene, altrimenti amen!”. ‘Fanculo! E se poi non ce la faccio? e se cado? Mi rialzerò! Per questo non ho mai sopportato chi gode delle disgrazie altrui.
Stare a Bologna mi fa bene. L’aria che si respira nelle grandi città, quando cammino tra le persone, ognuna indaffarata a raggiungere chissà quale posto, a incontrarsi, ognuno nel proprio mondo, ma tutte là, in giro, tutte quelle vite e possibilità, tutte quelle storie, mi fanno euforico. Così passeggio tra i portici con un sorriso idiota, guardandomi a destra e a sinistra, in alto, verso le finestre e gli angoli. E naturalmente mi domando quante altre strade potrebbero esserci, quali vie potrei percorrere, o quali altre avrei potuto percorrere. Non lo faccio con dei rimpianti, perché poi mi guardo indietro, a cosa ho fatto e vissuto e come potrei lamentarmi? 
Così i fantomatici problemi sbiadiscono e capisco che ci posso andare avanti. Mi dovrei essere bloccato a Bolzano. L’ho scritto e mi pare proprio brutto. Bolzano è una tappa o una casa? Con W le cose sono un po‘ strane. Il lavoro sta diventando sempre più consistente, più presente che mai. D’altronde come credevo potesse essere il mondo del lavoro? Eppure il rischio del vivo per lavorare è lì. Difficile da digerire, pensare che la mia vita sarà così, mi spaventa, mi dà l’impressione di spreco. Parlo, ma sono il primo a fermarmi di più al lavoro, a prendere forse troppo sul serio le mie responsabilità, a essere iper critico verso me stesso, a pretendere di riuscire a fare tutto. La palestra in teoria dovrebbe un po’ riequilibrare. Mi sono imposto di lasciare il lavoro per le 5 e dedicare almeno un ora al giorno a tornare al mio peso-forma, chissà come però già da una settimana non sono riuscito ad andarci. Certo avevo il lavoro e delle riunioni, però, ti prego Signore, fa che riesca nei miei intenti di dimagrire. Che cosa stupida per cui pregare, nonostante l’apparente intelligenza, sono un ragazzo superficiale.
Ma cosa c’entrano il lavoro e la palestra con W? In realtà spero che c’entrino perché siamo sì insieme da due anni, ma la mia voglia è sempre ai massimi livelli, mentre i suoi... ecco, questo è il problema. E io proprio di fare all’amore solo una volta alla settimana, impazzisco! No, davvero, i miei nervi ne risentono e anche l’amor proprio! Lui dice chiaramente che non è colpa mia (cosa di cui dubito fortemente, voglio dire, ho preso 20 cazzo di chili, se ogni tanto riesco a vedere con l’occhio con cui mi vedono gli altri mi viene l’imbarazzo per me stesso, naturalmente lui fa lo ‘gnorri, anzi, è il primo ad offrirmi cose ipercaloriche, il bastardo!), però se non è colpa mia e tu non fai una mazza per risolvere la questione che dovrei pensare? Stress da lavoro che passerà chissà quando? e il 12 arriva un’assistente di direzione che dovrebbe aiutarlo, vediamo se farà la differenza, io non ci spererei troppo. Essendo però fuori dal mio controllo la cosa, meglio che mi concentri su quello che posso fare io: devo dimagrire!