lunedì 16 marzo 2009

Solo imbarazzo

Molto tempo prima, quando era il pieno caldo dell'estate mi era venuta la fissa per i videogiochi di guida, sopratutto dopo aver saputo che a Simone piacevano un sacco (ora è passato definitivamente agli MMORPG) e naturalmente per colpire il mio amante con il solito "di più" firmato dal sottoscritto, volevo rendergli l'esperienza più coinvolgente facendogli provare uno di quegli apparecchi che simulano la reale esperienza di guida. Parlo di quei volanti elettronici, accompagnati da veri e propri pedali per l'accelerazione e la frenata del veicolo e pure il pomello del cambio. Un caso che ne avesse uno proprio Davide, nascosto in fondo al suo armadio e sommerso dai vestiti, oltre che dalla polvere. Usato una decina di volte, due da mio padre, prima di passare agli sparatutto. Depositato in un angolo della mia stanza ad occupare spazio vitale per mia madre, mi sono ripromesso, dopo l'esilio dal mio paradiso di Davide, che dopo la laurea mi sarei trovato il tempo necessario per riportarglielo. Secondo sue istruzioni, un pomeriggio lavorativo qualsiasi sarebbe andato benissimo, che lui non c'era e che sua madre mi avrebbe aperto senz'altro. Ed eccoci ad oggi, con una borsa di plastica con quel macchinario a percorrere la strada verso casa sua. Citofono, suono, aspetto. La voce di sua madre e la decisione di aprirmi. Il suo cane è cresciuto in fretta, direi che è incontenibile in quell'appartamento e deve ancora crescere! "Carlo, vuoi un caffè?", no, no, grazie sono di fretta, devo andare... "Ah, eccolo che arriva!", e ti pareva che non beccavo uno di quei giorni lavorativi in cui lui rimaneva a casa! Davide che entra in soggiorno con il sorriso che sembra così normale, così felice di vederti, pomposo. E a me che comincia l'imbarazzo, sua madre ci lascia soli portandosi dietro il cane in giardino. Mi fa le congratulazioni tendendomi la mano, gli porgo la mia con pochissima convinzione e diffidente. Intanto mi sento arrossire e il cuore irregolare e la vocina nel cervello che ripete iroso "stai calmo, stai calmo, non fare niente, non fare niente, vattene, vattene il prima possibile". Cerco di tagliare corto, di non accennare nulla dei miei progetti futuri, niente che gli possa far credere o pensare di essere in confidenza con il sottoscritto. Per la laurea mi avevano dato cinque minuti per spiegare la mia tesi ed erano pochissimi a descrivere la divisione in paragrafi del mio libercolo, lui in trenta secondi mi ha voluto far partecipe dell'aver trovato un appartamento in affitto in cui andrà ad abitare molto presto, che Natasha aspetta un figlio (no, non è la sua ragazza, ma una nostra amica in comune dei bei tempi che furono) e che lui per ora non è ancora intenzionato a sposarsi. Da parte mia ho cercato di essere freddo e allo stesso di dissimularlo, cercando in contemporanea di nascondere il mio visibile disagio e imbarazzo (il rosso della mia faccia: posso solo contare sulla quasi totale oscurità della stanza). Premetto che sto leggendo un libro dove la protagonista ha una vita perfetta con un marito perfetto e pieno d'amore e che nonostante ciò si trova un amante, anch'egli perfetto e colmo d'amore, quindi l'incontro con Davide mi ha lasciato perplesso e turbato. Dico che è stato soltanto un imbarazzo per la situazione in sè e basta.

sabato 14 marzo 2009

Gratz!

Mi son laureato mercoledì! Dovrei scrivere qualcosa, sfogarmi di qualcosa, ma non ne ho ancora voglia. Mi sono laureato, è stato bello, nessun rimpianto, ho fatto anche questa, ecco che si aggiunge un altra di quelle cose per cui sono fiero di me stesso! Ah, giusto, magari è il caso di mettere tra i ricordi anche il voto: 103