sabato 25 settembre 2010

Zero limits ON

Da qualche settimana son passato al nuovo piano tariffario della vodafone che mi permette di chiamare per 1000 minuti aggratis a settimana dopo i primi 38cent. oltre a 100 sms aggratis pure quelli dopo il primo. Cosa vuol dire? Che ho cancellato lo You&Me fatto con Simone che mi permetteva di stare ore al telefono con lui a costo zero. A dire il vero la cosa non era poi utilizzata così spesso nell'ultimo anno. Al contrario i 100 sms al giorno e le chiamate a costo nullo, da quando si è affacciata la presenza di Walter, si sta rivelando una scelta economica assai corretta.
Lo so, l'ultima volta ho scritto di essere stato quasi cacciato a pedate, ma è solo il mio modo di drammatizzazione della scena a renderlo così stonato. Si potrebbe dire che l'educazione imporrebbe nelle cose serie un po' più di calma, cosa che io non ho davvero mai imparato. Ho mai davvero fatto il filo a qualcuno? Intendo prima di portarmelo a letto. No. In caso dovevo giocarmi le carte giuste per farsi rivedere. Diciamo la verità, in amore ho solo sperimentato il colpo di fulmine, anche detto colpo della zoccola. Ma quegli innamoramenti che nascono con il tempo? Quelli che si costruiscono giorno dopo giorno? Nel sesso e nell'amore sono forse i campi dove sono impulsivo. E cercare di andare con calma, fare le cose a tempo, per me sono davvero difficili. Mi è difficile non lasciarmi andare a tutte quelle fantasie di amore struggente, quell'avvampare di stomaco e l'idealizzazione dell'altro. Dopo tutti questi anni avrei dovuto sviluppare un naturale acquietamento di tale tensioni, invece ho solo alzato una barriera tra i sentimenti e la ragione, ho innalzato il controllo della testa sul cuore. Non mi aspetto niente di ritorno, faccio quello che faccio in una sorta di masturbazione sentimentale, per godere dei buoni sentimenti. Li ho strumentalizzati. Certo il terreno dove mi coltivo non è così arido. Vi è tutta quella parte del sentire incontrollabile che non può fingere quando l'altro mi dà qualcosa. E quando succede ne rimango stupito, sono grato quanto un gattino abbandonato sotto una giornata uggiosa e fredda di pioggia che riceve la carezza calda di una mano. Cretino che sono, perché poi una semplice gentilezza vale cento volte di più. E questo lo dimostro negli occhi e nel sorriso che mi si spande sul volto. Un'arma a doppio taglio se l'altro poi pensa che mi possa accontentare. Col tempo cerco solo di accontentare il loro gretto desiderio di sentirsi a posto con la propria coscienza.
Dopo quella sera ci sentiamo tutti i giorni, al lavoro tra le pause, a pranzo, di ritorno sull'autobus, prima di cena e dopo quando mi trattengo con lui fino all'ora di andare a dormire. Un po' credo sia una cosa forzata quella di sentirsi così spesso, ma forse ci vogliamo illudere che sia già importante e speciale. Lui ha concluso una storia durata un anno e mezzo solo due mesi fa. L'ultima volta che ho visto Simone, un mesetto fa, ci sono finito a letto e mi ha investito con tutti i suoi ripensamenti di una storia durata tre anni e oltre. Nelle ultime puntate di Glee la consulente spegne la neo-relazione con il professorino perché lui deve prendersi il tempo di cercare sé stesso, per cui altrimenti rischia di ripetere un doppione della storia passata con la moglie. Avremmo forse dovuto stare entrambi in cella frigorifera per una maggiore manciata di tempo? Siamo solo alla seconda settimana di frequentazione e mi torturo fin da subito dal dubbio di quanto di quello che proviamo sia dato dalla situazione affettiva/effettiva tra noi due, invece che da quello che vorremmo provare.
Lunedì mi ha chiesto se avevo piacere a rivedersi mercoledì per una cena a Trento. Il secondo appuntamento, o forse il primo vero. Gli ho naturalmente detto di sì con tutto il trasporto romantico di cui disponevo, senza tralasciare di descrivergli quegli struggimenti per l'attesa che si leggono nei romanzi. Andata molto meglio. Anche il suo viso mi sembrava diverso, più bello, più interessante, più eccitante. Non so cosa sia scattato dentro di me, sembra che quel treno  un attimo prima sobbalzante su delle rotaie malmesse, ora si sia rimesso in linea e scivoli liscio davanti a sé. 
Abbiamo cenato alla Grotta, dove da galantuomo gli ho offerto la cena, ci siamo baciati lì nell'angolo del giardino esterno mentre eravamo soli. Ci siamo tenuti per mano dietro le mura di Piazza Fiera, mentre nessuno guardava e poi davanti alle carceri ci siamo lasciati un po' di più alla passione di abbracci e lingue. Quindi abbiamo deciso di viaggiare verso un parcheggio isolato(guarda caso quello davanti al mio posto di lavoro). Fortuna che ha una macchina grossa e no, non l'abbiamo fatto, giusto gli ho calato i pantaloni e m'ha sfilato la camicia. I vetri si sono appannati mentre la luce arancio dei lampioni si diffondeva attraverso la condensa.
  

venerdì 24 settembre 2010

Express

Passata una settimana dall'incontro e ho lo stomaco in subbuglio.
Sabato alle cinque del pomeriggio prendo la mia fida panda, metto in moto e prendo la direzione per Bolzano. Piccola fermata al distributore e già qui cominciano le figure di merda. Arrivo dentro alla piazzola e mi metto alla destra della pompa. Un signore esce dal negozietto e mi fa strani gesti circolari, abbasso la finestra(a manovella) e capisco un "giri... pompa... di là". Intuisco di dover girare e mettermi dall'altro lato, così vado avanti e faccio il giro. Il tizio dai baffi tedeschi mi guarda scuotendo la testa. Ancora i movimenti circolari con la mano, il segno della pompa e indica la macchina. Forse intendeva che girassi in maniera tale che il serbatoio fosse dalla stessa parte della pompa. La cosa ha senso, in effetti. Vado di retromarcia e infine accontento il benzinaio. Seconda volta che lo faccio in vita mia. La prima volta era andata peggio, non riuscivo a fare entrare la pompa e un po' di liquido l'avevo fatto uscire fuori, intanto un gruppetto di benzinai mi guardava bofonchiando. Il massimo poi è stato partire in terza che ancora mi chiedo come ho fatto.
Ad ogni modo, raggiunta la città di Bolzano, sotto uno scrosciare continuo d'acqua, mi perdo per una buona mezz'ora a girare per la stessa rotonda intento a leggere i cartelli per capire in che caspio di direzione dovevo andare. In mezzo al nulla, non trovando il paese "Comerano d'Isera o qualcosa del genere", mi viene il dubbio di non aver capito dove cazzo sta il tipo. A proposito il tipo ha un nome ed è Walter. Lo chiamo e mi dice che il paese è Comedo d'Isarco, ma che in realtà devo arrivare a "Pratisarco o qualcosa del genere". E 'sticazzi! A questo punto, vagando a zonzo per una strada mi metto a chiedere al Signore se per piacere mi fa trovare la strada. Così, preso dall'ispirazione, torno sul Brennero e proseguo dritto. Passo il lattificio della Mila, quindi entro in un paesino e lì mi infilo in una stradina che porta a Briè. Strada bloccata e intanto l'acqua scroscia.
Richiamo Walter e scopro che lui è in un parcheggio a poche decine di metri da me. Gloria ai Cieli. Parcheggio, scendo dalla macchina e per un attimo sono indeciso se portarmi dietro la borsa con lo spazzolino e il ricambio. Sì, perché anche se era il nostro primo incontro e nonostante non avessi ancora visto il suo viso e non fosse chiaro che ci facevo lì, per me ogni lasciata è persa. All'ultimo mi decido di fare il prudente e lascio tutto in macchina. Lui mi aspetta all'entrata di un condominio nuovo e chiaro. Sta tenendo aperta la porta, ci sorridiamo timidamente, la mano e due bacetti sulla guancia. Mi fa strada fino al quarto piano. Entro.
La casa è tenuta bene, pavimento lucido, tutto in ordine, non posso credere che ci abiti da solo e che s'arrangi con le pulizie. Pensavo che certe cose fossero prerogativa delle case dei genitori. Piccolo giro turistico dell'appartamento e poi in salotto. Siamo entrambi fortemente imbarazzati, provo a rizzare tutti i miei sensori per capire cosa si aspetta, cosa vuole e cosa prova, ma sento solo l'imbarazzo e il silenzio. Il cellulare mi suona più volte per i messaggi degli amici che mi chiedono come sta andando, questo mi permette di perdere un po' di tempo e non far pesare la mancanza di argomenti con cui intrattenersi.
Il suo viso non sembra affatto interessante, ha colori chiari, pelle pallida e capelli biondo-rossicci. Un dente davanti storto. Mi chiedo se non ho fatto l'ennesima cazzata. Vedo una pila di Dvd, mentre lui prepara la cena. Comincio a scartabellare i titoli e a fargli domande se ha visto questo o quello. Praticamente non ha nessuna base di filmografia frociarola e non. Degli horror ha visto solo final destination, dei romantici/commedie ha solo quelli di serie B, mi dice che praticamente non guarda mai al tv. Eppure appeso alla parete ha un 40" della Samsung che appena gli chiedo quanto l'ha pagato me ne sono innamorato subito: 2200€! E ha pure l'I-Phone quarta versione. E 'sti cazzi! Diamogli qualche chance in più, se lo merita!
Ceniamo e grazie ai film abbiamo trovato un argomento, anche se un po' fragile. Parliamo quindi di piante e del suo vizio di fumare. Finita la cena, passiamo a guardare un film. Tra i tanti ha pure Twilight che è uno schifo pazzesco ma uno se lo deve vedere almeno una volta per farsi quattro risate. Ci mettiamo sul divano e lo guardiamo. E lui riesce ad agitarsi e mettersi in ansia per la paura che Edward si mangi Bella. Simpatico. Se un film come quello lo ha fatto saltare un paio di volte, perché non mettere Final Destination 3 e così sperare che tra i salti e gli assalti al cuscino non finisca per aggrapparsi al sottoscritto e quindi far scattare qualcosina in più? Nelle ultime scene di questo film ci sono all'incirca 5 tentativi di morte di fila di cui solo 2 vanno a buon esito. Le scene veloci finalmente lo portano a tenermi il braccio. Peccato che il film non duri di più... lo convinco a riguardarci gli ultimi venti minuti di film, mi dice che sono un pazzo, ma lo fa lo stesso. E così si aggrappa molto di più. E a quel punto io avevo il mio braccio attorno alle sue spalle. Un primo bacio vicino agli occhi, uno tenero sulla bocca e poi l'altra mano sulla sua gamba, la sua su di me a sbottonarmi... svegli fino alle 4 del mattino. Gli chiedo se non gli dispiace rimanere un po' abbracciati e lui ne è anzi felice. In questo modo spero che mi chieda di restare a dormire e invece dopo qualche minuto mi fa che forse è meglio se ci rivestiamo e mi prepari per tornare a casa. Insisto un poco che ho un attimo di sonno, allora lui mi mette ancora più fretta e che in caso durante il tragitto di fermarmi da qualche parte. Infine fa il premuroso e mi chiede di mandargli un sms per avvertirlo che sono arrivato sano e salvo a casa. Rimango un po' allibito, ma alle 5 e qualche minuto sono infilato nel letto. Nel mio letto.

sabato 18 settembre 2010

Senza contegno

Yawn! Finalmente internet è tornato a funzionarmi, nello stesso momento in cui i miei sono tornati dalla Sardegna. Così tutti i miei progetti sulla casa libera e l'edizione di Uomini e Uomini condotta da me grazie anche all'ausilio di gay romeo, è andata in fumo. Poco male, ho avuto tempo per pensare. Probabilmente non abbastanza..
Dino, il ragazzo della chat non si è fatto più sentire, finché non mi sono deciso io a chiamarlo e anche in quel caso ha rimandato di una settimana l'incontro. Ho aspettato e neppure una chiamata. Ridicolo! Chi cacchio crede di essere per far aspettare il sottoscritto? Già volevo scaricarlo e in più se la tira? Avrei compreso e accettato se proveniva da uno che se lo poteva permettere, ma cacchio da uno che ha la faccia come un personaggio della Thun! Così l'ho contattato sulla chat e con poco garbo gli annunciavo che rinunciavo a Trento per Bolzano, poiché almeno i mezzi crucchi sono nettamente più prestanti dell'accozzaglia di gente presente a Trento. Faccio notare quanto sia disdicevole per un uomo non curarsi minimamente del proprio aspetto, che in quanto esseri umani, siamo animali che innanzitutto comunicano e prima ancora della parola, quando ci presentiamo, quando rappresentiamo noi stessi agli altri tramite la comunicazione(in toto), l'occhio è tra i sensi che maggiormente viene colpito. E non è che chiedo chissà cosa, semplicemente rispolvero il "mente sana in corpo sano!". Se io faccio lo sforzo di essere in salute, perché non dovrei pretendere lo stesso da chi mi vorrà stare accanto? Questo appunto cozzava nettamente con tutta la persona di Dino che in quanto mollaccione ricadeva nella categoria da me allontanata. Da quel momento non ci siamo più sentiti.
Cazzo, ha attaccato il mio orgoglio ignorando la mia richiesta di parlare. Ho fatto il carino e il gentile e devo pure essere preso ancora per il culo? da quello, poi? Cor cazzo!
Pensando di aver chiuso con le fottute chat, cerco di guardarmi attorno, più in là di Trento e più in là della chat. Poi mi dico, ok, torniamo sui miei passi. Tenendo ferma la città di Bolzano per buona, proviamo in chat a trovare gente di Bolzano. Detto e fatto. Trovo un profilo con diverse foto di cani, macchine, e il busto magro di un tizio. Ok, e fino a qua ci siamo. Leggo la sua descrizione e mi colpisce il fatto che è attento a quello che potrebbero sentire gli altri. No, non ci credo, alleluja! Mi dico, ok, proviamoci. Scattano un paio di messaggi. Lui molto carino a parole(nel suo profilo non si vede la faccia), ci diamo appuntamento tutte le sere. Una volta manca e il mattino dopo mi trovo un messaggio nella casella postale chiedendomi scusa e che  la riunione era durata più del previsto etc etc. Apriti cielo! Nono solo è scritto sul suo profilo, ma sembra davvero che lui pensi a chi gli sta di fronte! Ieri mi lascia il suo numero di cellulare, io gli mando un sms con il mio e la sera mi chiama. Stiamo un'ora e mezza al telefono. Parla molto il ragazzo, ma non mi dispiace affatto. La sua voce non è stridula ed è uno che ragiona(dirige tue aziende). Faccio un breve riepilogo:
- non è un vecchio o un ragazzino(check!)
- ha un lavoro ben retribuito (check!)
- non fa fatica a telefonare (check!)
- non è un tirchio (check!)
- s'interessa a quello che vuoi e a quello che vorresti (check!)
- ha una voce maschile che piace a me (check!)
- ha la vita fine (check!)
Di cos'altro ho bisogno per fissare un'appuntamento? Lo chiamo e questo pomeriggio(se il diluvio universale decide di non distruggere ogni cosa qui in Trentino) credo proprio che lo incontrerò...
In un angolo del mio cervello c'è una vocina che si pone una domanda: ma non è strano che abbia tutta questa fretta di conoscere il nuovo ragazzo? Nel senso, possibile che passati pochi mesi dalla rottura con Simone già mi senta così bisognoso di trovarne un'altro? sarà solo lo spirito della zoccola? o sono regredito a dieci anni fa, dove inseguivo come una necessità e un dovere l'accoppiarmi? Brividi e squallore! Anche da solo rimango sempre io, un ragazzo che ce la fa.

venerdì 10 settembre 2010

Voluttuoso

Sentirlo oggi è stato strano. La linea internet non funziona ancora e
da qualche giorno ho il grosso dubbio che il problema sia il mio
modem. La cosa sarebbe semplice da verificare, mi basterebbe provare
con un secondo modem. E io lo avrei, se non l'avessi prestato mesi e
mesi fa a Simone che peraltro non ha mai utilizzato. Così da alcuni
giorni mi capita di desiderare una sua chiamata. Perchè non lo chiamo
direttamente io? Innanzitutto non voglio che pensi che lo stia
cercando perchè mosso da chissà quali sentimenti romantici e secondo
perchè non vorrei prenderlo nel momento sbagliato. E lui di momenti
sbagliati ne ha spesso e volentieri.
Oggi ha chiamato e tra le prime cose che gli dico è che mi serve il
famoso modem. Lui invece mi dice che l'altra sera è stato bellissimo
che quando dorme accanto a lei pensa spesso a me e dice di aver fatto
un grosso errore a mettersi con lei... insomma le solite cose trite e
ritrite nell'immaginario collettivo dell'ex che sembra riprovarci con
te. Abbiamo parlato di molte cose, tutte stupide e superficiali, di
videogiochi, di come mettere a posto una rete internet, del sesso,
della storia con la sua Viviana e della nostra storia e "non troverò
mai più un ragazzo come te Carlo", "anche se non mi credi, io con te
stavo davvero bene, non come adesso con lei", "pernsavo che stando con
una donna avrei risolto il mio problema di accettazione" e bla bla...
ma vaffanculo! Lo dico qua, che il mio corpo non è affatto d'accordo e
sente già di desiderarlo. Vaffanculo! Che due palle! E ritornano le
stupidissime idee che "se lui non avesse" questo e quell'altro,
sarebbe l'uomo perfetto per me. Uffi, che palle! E se davvero era
l'uomo per me non doveva avere tutti sti stronzi di problemi, non
avrebbe dovuto fare il percussionista, ma un cazzo di lavoro più
normale e più equilibrato. Farò leva su una orrenda immagine di lui.
Penserò che se si è rifatto sentire è solo perchè gli ho detto quanto
guadagno con un corso che dura solo un mese, che sa di potermi piegare
con la sua bellezza in un attimo, perchè è uno scroccone, un parassita
mantenuto, un'approfittatore. Ecco, devo vederlo sotto quest'ottica,
l'unica che mi permette di non sfracellarmi immediatamente in uno
stupido sentimento smelenso e patetico: l'innamoramento!

martedì 7 settembre 2010

Senza di me

Forse è stato troppo, ieri notte ci siamo spinti più in là del solito.
Ok, può succedere che in discoteca dopo aver bevuto qualche cocktail e
qualche shot ti ritrovi a baciare una tua amica o un tuo amico. Magari
accompagni il tutto con una forte palpata alla coscia o al sedere,
così in simpatia. Può pure succedere che in periodo di magra finisci
pure nel letto dell'altro tuo amico gay, senza che questo cambi nulla
nel vostro rapporto. Ma ieri?
Ci siamo trovati a casa mia per fare una cena leggera e caricarci per
la serata a Bolzano nell'unica discoteca arcobaleno del Trentino.
Chiamiamo pure per farci mettere in lista e ci rispondono che la
discoteca è ancora in chiusura estiva, che stanno ancora lavorando per
la nuova location e che l'apertura è spostata agli inizi di Ottobre.
Nonostante questo non demordiamo l'idea di andare a Bolzano,
d'altronde Trento non offre assolutamente nulla, ma sopratutto facendo
un rapido giro nelle vie del centro, non vi è alcuna massa stimolante
di ragazzi carini. Davvero, io mi deprimo se tutt'attorno mi ritrovo
in una selva di anonimi, se poi sono anonimi brutti e senza alcun
senso d'abbinamento nel vestiario, è la morte mia. A Bolzano la musica
è di tutt'altro tono.
Dopo due bottiglie di vino decidiamo di partire e in un ora siamo
fuori dal parcheggio vicino a Piazza Walter. E d'un tratto possiamo
tranquillamente dimenticare di trovarci in una regione lontana mille
miglia da realtà molto più vive come Padova, Bologna, Milano. A me e
ai miei amici ci pare di venir catapultati nuovamente agli anni
universitari passati fuori casa. Mi sembra quasi possibile una vita
normale e la scimmia urlatrice che mi dice di andarmene dal Trentino
per qualche ora si acquieta.
Alla fine del nostro tragitto tra i bar ci fermiamo nel bar gay che
sta in Via dei cappuccini. Posto carino e tranquillo, buoni i
cocktail, mentre la clientela si dimostra poco interessante, tranne un
ragazzo con la barbetta che se ne sta solo al banco a bere il suo
cocktail rosso. Prima di andarcene mi avvicino a lui e con la scusa di
farmi spiegare la strada per una discoteca attacco bottone. Le prime
cinque parole filano lisce poi comincia a balbettare. Il mio amico,
che dopo l'ennesimo sorso al mio mojito è fuori come un melone,
comincia a ridergli in faccia in maniera sguaiata, non riesce a
trattenersi dalle risate e ride così tanto da farsi diventare tutta la
testa rossa. Fortuna che il tutto passa solo per uno scoppio
inconsulto di un ubriaco e così evitiamo la figura di merda.
Ovviamente dopo averci spiegato la strada, salutiamo e tempo quindici
passi scoppiamo a ridere in mezzo al silenzio della via. Sì, siamo dei
bastardi e non abbiamo proprio nulla in più degli altri, però dopo che
vedi un tipo carino al bancone da solo, con l'aria del "bello e
dannato" e ti decidi infine di avvicinarlo e scopri che la sua voce è
del tutto fuori dal viaggio mentale che ti eri fatto, un po' ci
rimani.
Nuova meta: il Rise. Si balla, si beve, si torna a casa, si va a
dormire. Tutti a casa mia. Tutti in camera mia. Esattamente non
ricordo quando è scattata la cosa, stavo mettendo il copriletto, lei
si era messa più comoda, si era messa gli occhiali. Lui è rimasto in
mutande, inerme. Stavo ancora vestito quando mi sono sdraiato di
traverso occupando entrambi i letti. Naturalmente mi sono trovato
davanti alla parte anatomica di lui più interessante. Era già
eccitato? le mutande se le è tolte da solo? Ho qualche buco su questi
particolari, ricordo però di essermelo trovato in bocca e di aver
chiesto a lei di farci vedere come fa e in caso ricevere consigli.
Piccolo buco di memoria. Probabilmente io che le lecco la bernarda e
le metto qualche dito in culo. Buco di memoria. Gli metto il
profilattico e poi via, lei che gode e lo vuole un po' ovunque, in
culo, non so. Mi dice pure che sono stronzo perché non partecipo, anzi
no, perché non la scopo. Ed effettivamente la scusa dell'essere gay
con l'altro sotto di lei a questo punto non regge molto. Buco di
memoria. Io che faccio venire lui, lei che si fa da sola. Fin.
Il giorno dopo sonnecchio quando sento la mia amica lasciare
l'appartamento e andarsene con un flebile "ciao". Io sono ancora
abbracciato a lui e ne approfittiamo per farci di nuovo, ma anche
stavolta io non vengo, mi accontento che sia solo lui. Due volte.
Perché mi capita di fare così? Di portarmi a letto qualcuno e non
lasciarmi andare fino in fondo? Ma sopratutto: che cazzo! Nel senso di
acciderbola e non dell'attributo. Per quanto stia cercando di andare
oltre all'orgetta di sabato e cerchi pure in scrittura di dargli poca
importanza, il mio piccolo, debole e stracciato senso morale in questo
momento sta arricciando decisamente il naso, tanto che ho paura di
trovarmi la faccia rivoltata all'insù(e percheccavolo "all'insu" me lo
da come errore, mentre con l'accento no?). Sarà un'altro di quegli
eventi che sembrano dover avere un seguito mentre invece si
sgonfieranno lasciandoci solo il ricordo. Un po' come l'aver fatto
sesso con il mio ex: certi eventi succedono senza aver per forza un
senso di continuità con tutto il resto... o no?

mercoledì 1 settembre 2010

Di notte tutti i gatti sono bigi

Simone è malato e rimane malato. Questa è una premessa che voglio fare a scanso di equivoci e ripeto per l'ennesima volta che ogni domanda sulla faccenda malattia sarà bellamente ignorata: non voglio parlare degli affari degli altri, ma solo dei miei cazzi.
Domenica, nel tardo pomeriggio, ricevo una chiamata, è Simone, il ragazzo con cui sono stato per più di tre anni. Mi aveva mollato verso fine Giugno, quando ancora stavo in Germania. Ho pianto per un giorno e poi mi sono ripreso. So già che la ferita verrà dimenticata tra un anno, ciò non vuol dire che smetterò di divertirmi o di tenere aperto il mio cuore. Semplicemente il mio inconscio è abituato alla presenza dell'idea, del pensiero di Simone.
Dicevamo, domenica ricevo una sua chiamata, l'avevo già sentito in settimana e ci eravamo messi d'accordo di vederci un giorno, così per salutarci e magari fare una partita col computer. Lo avevo invitato anche di rimanere da me qualche giorno, visto che i miei sono partiti per la Sardegna lasciandomi solo per 2 settimane. No, non pensate ad un disperato tentativo di riavvicinamento perché vi sbagliereste di grosso. Vero, ci sono state altre volte in cui ci siamo mollati per poi finire nuovamente insieme, ma non questa volta.
Torniamo alla chiamata. Mi dice che passava da me la sera, ma che sarebbe dovuto partire la mattina seguente. Non c'è problema, gli rispondo. Vado a prenderlo in stazione per le nove. A casa naturalmente mi faccio tutti i preparativi e le passerelle davanti allo specchio per risultare il miglior Carlo. D'altronde la dieta e la palestra casalinga avrebbero dovuto pur servire a qualcosa. Se a Mykonos non avevano apprezzato qui a Trento, vista la media della popolazione, avrei di certo fatto una buona impressione. Aggiungete che l'ultima volta che ci eravamo visti (all'incirca era Marzo) avevo quattro kili in più e nessuna libbra di muscolo, il minimo che potevo pretendere era un "minchia quanto sei dimagrito!" o almeno un "ti vedo in forma"(e 'sti cazzi!).
Arrivati a casa, ci mettiamo comodi in cucina e accendiamo il primo cannone, intanto io inforno una pizza. Lui non ha fame. Mi dice che ha caldo e se mi scoccia che si tolga la maglietta. Comincia il gioco. Lo conosco molto bene e credo voglia stuzzicarmi solo per vedere quanto maniaco sono. Gli gioco la stessa carta "allora non ti dispiacerà se me la tolgo pure io". Ah, quanto adoro la sua vita fine! Per non parlare della sua altezza(la regola della L è la più sopravvalutata e fuorviante che conosco!) e quei muscoli appena accennati per cui impazzisco. Ma mi do' un contegno, faccio qualche apprezzamento e lui ricambia. Almeno so di non fargli schifo. Si mette a parlare della sua partner(è al femminile, sì -domande sulla sua condizione non avranno risposta-) e dopo qualche minuto riceve proprio una sua chiamata. Mette il viva voce di modo che io posso sentirla. Strabuzzo gli occhi e sono colto da conati di vomito, la ragazza dice cose talmente riprovevoli al mio orecchio che non trattengo neanche per un secondo l'istinto di alzarmi e correre in stanza a sfogare l'orticaria. No, non era gelosia la mia, ma quando ho a che fare con donne patetiche che dicono cose patetiche io schizzo. Cos'è una donna patetica? Una che dice al proprio ragazzo che è tutta la sua vita, che piange perché non è lì con lei... wreeeek! Anche solo il ricordare mi fa tornare il pelo ritto dal fastidio. A donne del genere solitamente fracasso la testa con insulti e rimproveri. Odio profondamente questi comportamenti annullanti la propria personalità e dimostrazione di codardia! Simone mi ha inseguito per le stanze divertito. "Capisci con chi ho a che fare? in cosa mi sono imbarcato?". Io non rispondo, ma passiamo alla seconda canna e la pizza è finita. Il vino in tavola intanto è già arrivato ad essere quasi finito. Tiro fuori del buonissimo roast-beef e questa volta Simone non fa i complimenti. Mi permetto di passargli una mano scherzosa dietro la sua spalla, poi mi alzo e vado ad accendere la radio. La canna fa decisamente effetto e comincio a sentire la bocca anestetizzata e intanto si rolla la terza e ultima. La finiamo e a quel punto propongo di andarcene a vedere un film in camera mia. Lui mi fa che è troppo cotto e che per un momento vorrebbe sdraiarsi. "Vai tranquillo, non c'è problema". Occupa il mio letto, mi dà le spalle e quanto adoro la linea della sua schiena. Inizialmente me ne sto sulla sedia del computer, poi faccio partire il film e gli chiedo se posso mettermi anch'io sul letto. "Vai tranquillo, non c'è problema". Gli metto di nuovo le mani sulle spalle, gli chiedo se gli dà fastidio, ma dice che gli piacciono i miei massaggi. Scivolo con le dita lungo la colonna vertebrale fino a toccargli l'intera fascia dei fianchi e gli vedo la bocca aprirsi ad un piccolo gemito. Mi rimetto a massaggiargli la schiena, poi dietro il collo ed è evidente il suo godimento. "Sono senza forze". Ok, mi butto sul togliergli le braghe con la scusa di farlo sentire più comodo, lui resiste a parole per pochi secondi, poi mi sfuggono i palmi sul suo morbidissimo sedere e no vi è più alcuna resistenza. Giochiamo così ancora un po', con lui che dice che non dovrebbe, che gliel'ha promesso. Conosco bene il suo corpo, quali sono i suoi punti più sensibili e in un attimo scioglie le promesse e gli sfilo le mutande.
Ok, se vado avanti diventa un racconto porno, quindi mi fermo qui con la descrizione della nottata(anche perché scrivo dalla biblioteca di Trento e non vorrei proprio eccitarmi qui in mezzo agli studentelli universitari).
Ah, è stata davvero una bella scopata, fatta con passione e lui ha urlato divinamente. Sì, io trovo enorme soddisfazione ed eccitamento nel far godere l'altro e lo metto senza tante false cerimonie tra i miei pregi, anche se magari ad un colloquio di lavoro non sarebbe proprio opportuno appuntarlo tra le mie caratteristiche. Il giorno dopo mi ripete di volermi bene e di avermi pensato spesso. Io lo fermo, dicendogli che non deve farsi idee sbagliate, che no voglio tornare con lui anche se gli voglio molto bene. Mi chiede se ci rivedremo, gli dico di sì, è inteso che non passerà poco tempo. Sento dal profondo che ci vedremo davvero fra moltissimo tempo e questi miei sentori non si sbagliano. Non ho il cuore ferito e l'incontro mi è servito per capire meglio la sua situazione. So con certezza che non torneremo indietro e non lo biasimo affatto per le decisioni che ha preso ultimamente, gli auguro davvero che riesca ad essere felice in qualche modo. E io mi auguro sinceramente di trovare qualcuno come lui, ma senza tutti i suoi problemi.