venerdì 19 dicembre 2008

Piccola speranza

Frantumato in piccoli pezzi di ghiaccio. Dopo mesi di traduzioni e adattamenti, ho concluso il corpo principale della mia tesi e pochi giorni fa ho consegnato la domanda. Il giorno della mia laurea, ho girato tante versioni nella mia testa di quel giorno. Un evento quasi inutile, ma in ogni scena le mie emozioni sono le protagoniste. Tutte coinvolgevano il pensiero di Simone, ho creato le peggiori rappresentazioni, forse anche per esorcizzarle. Ma la peggiore è forse quella in cui lui non è presente, uno spazio vuoto nella fila che solo l'immaginazione occupa con un ologramma, uno spirito. Marzo dice che sarà troppo tardi, ma io non posso far altro che sperare, pazientare nell'angoscia e pregare, seppure a galla emergono tutte le idee di quanto questa sia un azione magica e sciocca. So di non poter fare nulla, qualunque pensiero o sentimento o parola, è solo cenere inutile, non è niente. Per me è troppo tardi, da tantissimo tempo sono coinvolto irrimediabilmente. Cosa devo fare io di questi sentimenti, di questo dolore, di questo cuore? Che senso ha se non posso fare nulla, neanche consolare!? Come posso se ora è solo questione di allungare, di rubare tempo al tempo. Finchè mi sarà possibile io voglio stargli accanto, voglio stare insieme a lui, anche se già ora non ci vediamo e ci sentiamo solamente.
A che serve tutto questo dolore, sentirsi dire di essere un ragazzo d'oro, a che serve? che cosa me ne importa a me? Molta gente ha una buona considazione di me, crede che sia in qualche modo "speciale", ma tutto questo essere buono, sensibile, il cercare di continuo di essere giusto e retto e non come sforzo, ma di mia personalità, a che serve? Cercavo solo di essere felice...