lunedì 18 maggio 2009

Hope

Andrà tutto bene, vorrei solo sapere questo. Devo avere fiducia oltre a me, non basto io. E mi spaventa un pò. Sogno di non stare chiuso in casa per il resto della mia vita. Andare per le strade, in spiaggia con lui, al ristorante e parlare di qualunque cosa. Ho paura di restare fermo qui, inchiodato. Prenderò la macchina, voglio fare delle passegiate ogni tanto là fuori. Devo chiederlo a lui che non sia solo un resatre a casa e coprire la distanza che ci separa a un bar o da un supermarket. Mi piacerebbe anche andare al centro commerciale insieme, a scegliermi i vestiti, senza magari sentirmi in colpa per avercelo portato. Non lo so davvero se gli darebbe fastidio, nella testa magari lo credo, ma probabilmente gli andrebbe bene. Glielo chiederò prossimamente, stasera. Son passati più di due anni e mi stupisco ancora delle dinamiche amorose, che si rinnovano e mi sconvolgono. Ho ancora il coraggio di chiedermi se è amore, ma come chiamare allora questo languore? Può essere il sesso? Allora devo essere un maniaco, un pazzo compulsivo. Parlo di sesso, ma sono già in paradiso solo sfiorando con le dita il suo corpo, se poi posso abbracciarlo o tenere il suo viso vicino al mio, guardarlo negli occhi mentre lui mi guarda e scoprire che ci tuffiamo vicendevolmente nello specchio dell'altro, allora giungo al culmine e quel momento diventa, è il ricordo che richiamo per sapere cos'è la felicità e l'amore.

domenica 17 maggio 2009

Respira Ancora

Il corso prende molte delle mie forze, la sera torno a casa stanco e lo passo davanti al pc, a giocare se questo mi permette di stare in contatto con Simone. I medici hanno detto che il tumore si è fermato contro le loro aspettative. Poco è molto. Le volte che viene a dormire da me, casa mia il punto d'incontro possibile per accontentare noi due innamorati, un pò meno i miei forse, quando la mattima mi sveglio accanto a lui, o di notte perchè sento un rumore o la mia vescica reclama il bagno, controllo con il battito del cuore sospeso se le sue narici si gonfiano ancora, se un alito di vento sospira ancora dalla sua bocca, se il suo petto s'allarga ancora. Paranoia mista a paura, ma la mia capacità di annullare le preoccupazioni, di distrarmi in loop, mi viene in aiuto: ho ammaestrato per bene i sintomi di stupidità. Oggi Simone nasce di nuovo nella mia testa, da Daimon ora è diventato The Boy. Ieri per la prima volta dopo mesi abbiamo fatto sesso, spero non gli costi cara, perchè deve riprendere delle pillole che gli fanno divieto di fare certe cose. Me lo sono fatto spiegare una volta, ma non c'è modo di fissarmi in testa queste cose, le perdo un istante dopo per continuare la mia vita in sospeso. Si direbbe che fuggo dalla realtà, io che l'ho sempre cercata, mi sto convincendo di ignorarla. Andremo a vivere insieme, appena avrò un lavoro, ne siamo certi e gli voglio far cambiare medico, perchè ai miei occhi, se non è la medicina, è il medico ad essere un incompetente.
C'è altro in questi giorni, oggi mi sento insoddisfatto. C'è un qualche appetito che ancora non sento soddisfatto, o forse è insicurezza, non capisco bene. Forse è ancora l'essere a casa dai miei? Precisamente cosa sia questa specie di malessere che provo, che mi trascino dentro, cos'è non l'ho ben capito. Ho paura di non fare ciò che voglio? Un dilemma che mi perseguita fin da sempre. Ci si aspetta che faccia questo o melo sto scegliendo io? Mi sembra di non avere tutto il tempo che vorrei per me stesso. Eppure il master lo sto facendo per me, o mi illudo che sia così? Sto solo seguendo ciò che gli eventi mi hanno portato, eppure leggendo l'altro giorno la descrizione di project manager mi sono riconosciuto in quelle caratteristiche, mi dicevo "sono proprio io!", come connaturato a me, riflettente l'immagine che ho di me stesso. Sono curioso di quel soggiorno che andremo a fare a fine giugno, in cui faremo esperienza ed eserciteremo la leadership. Dove ci hanno anticipato, non solo conosceremo meglio noi stessi nel nostro punto di vista, ma sapremo ciò che gli altri avranno visto in noi stessi. È così forte in me l'esigenza di un riconoscimento? Non mi ero adoperato tanto a sminuire questa esigenza? D'altronde questo master mi sta chiedendo di fare un passo in avanti, di non fermarmi all'out-out, di cominciare a pensare all'et-et. Sì è importante l'idea che ho di me, necessaria, ma lo è pure quella degli altri, per aprirmi al resto, all'altro, per fargli spazio e così permettere un vero arricchimento! In questa settimana ho avvertito la mia motivazione degradarsi un pò, scriverci sopra ora mi permette di riequilibrare, di ribilanciare, scorgere di nuovo l'obiettivo. Hanno ragione, le riunioni servono anche per dirsi nuovamente qual è la mission, ripeterlo non è rindondante e pedante, ma è necessario. Lo so, ho fatto una riunione con me stesso, ma avevo bisogno anche di questo