martedì 20 dicembre 2011

martedì, 08 aprile 2008

In... degenza

In queste ultime due settimane ho finito di fare le analisi pre-operazione e ieri ho avuto l'intervento. Per chi se l'è scordato mi era uscita un'ernia inguinale destra(do you remember "tre palle"?). Tutto andato bene, se non fosse che quello che mi avevano presentato come una roba da nulla, si è rivelato una roba mica da nulla! Mi ritrovo con una cicatrice da guerra lungo la linea che mi va dal pube all'anca destra, e mica con dei punti sottili da cucito, no! Sembra che mi abbiano cambrettato con del ferro, alla frankestein in bianco e nero, per intenderci. Altro che stare in ospedale a leggermi una rivista in attesa della sera che qualcuno mi venisse a prendere. Qua i "cosi" mi tirano da morire, alzarmi dal letto necessita almeno una decina di minuti spesi in preparazione psico-fisica e altri cinque per attuare la cosa. E la fatica di pisciare nel pappagallo? Vogliamo parlarne? Io non avevo idea di quanto mi fosse difficile pisciare in pubblico, e mi son sforzato fino alle lacrime per farlo, mi concentravo per immaginarmi al bagno della discoteca, dopo aver bevuto i classici tre cuba e con le forze a stento per reggermi in piedi senza traballare. Certo non mi aiutava la continua presenza della moglie di un mio compagno d stanza, che continuava a parlare e ridacchiare, oltretutto il mio letto stava davanti alla porta e immancabilmente questa, al passaggio dell'infermiera o della moglie-attaccata-al-culo-del-marito(che come di consueto invece se la voleva togliere dai coglioni), rimaneva magicamente aperta, e anche se stava socchiusa, un fottutto spiraglio di vento la spalancava. Così potevo salutare la signora delle pulizie, i pazienti che aspettavano nella sala d'attesa o chi si era perso e casualmente passava proprio davanti alla nostra camera. Figuratevi il mio pisellino davanti alla bocca del papagallo come si sentiva a suo agio: poverino, credo di averlo insultato un bel pò di volte, ma del tutto inutilmente. Ad un certo punto, nel tentativo di alzarmi dal letto, ho avuto nausea e sensazione di vomito, ciò mi ha fatto ributtare sdraiato sul materasso, e con una serie di vampate, mi son sentito particolarmente vicino a Dio. Ed è stato in quel momento di sacro raccoglimento, quell'attimo del tutto personale e privato che son riuscito a superare il blocco e a pisciare. Di tornarmene a casa la sera stessa comunque non se ne parlava, ogni piè sospinto dal letto mi rendeva bianco come un cencio. Mai stato così frustrato in vita mia. Mi toccava rimanera un altro giorno in ospedale e ciò che mi rideva di più era il dover sopporatere ancora quel maledetto pappagallo. Volevo piangere! Perchè cavolo mi sentivo così bloccato dal pisciare lì in presenza degli altri non lo capirò mai. ma sopratutto non capisco perchè la mia cocciutaggine non la spunta sul corpo e le fottute abitudini! Aristotele aveva torto!

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