mercoledì 30 novembre 2011

La vita continua

 
 

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tramite Diario Scapestrato di Alucard82 il 17/04/06

Quanti giorni son passati? Quanto ancora più strano sono? Tanto, tanto, tanto. Ed è una stranezza che mi rapisce, mi meraviglia e mi fa sentire vivo. Ora conosco benissimo il nome del ragazzo e sarà l'unico nome vero che metterò in questo blog(o forse no? con un nuovo blog dovrò pur rinnovare qualcosa oltre che l'interfaccia grafica). Il suo nome è Gemini(c'è un accento sulla "i", se non ve ne foste accorti). Dopo lunedì sono uscito con lui giovedì, appuntamento nel locale in cui lavoro. Lui era in anticipo(come me) e lì fuori a fumarsi una sigaretta, mi ha detto che non voleva entrare, che voleva farsi un giro. Lo vedevo strano, mi sembrava preoccupato, crucciato, ma non capivo per cosa. Inizialmente ho provato a tirarlo su di morale, ma con scarso successo, al che mi hanno cominciato a girare, perchè se c'era qualcosa che non andava poteva dirmelo, non me ne sarei stato con lui ammusonito. Siamo entrati in un altro locale, io ordino da bere, lui dice che non vuole niente... come?! Pensavo già al peggio: Gemini che non beve neanche una birretta? Naaa. Poi ho capito che era senza soldi e che gli scazzava farsi offrire. Non esiste però che uscendo con me non si beva niente, così faccio di testa mia e gli piglio una birrozza. E un'altra ancora, poi cambiamo locale e un cocktail. Parliamo. Per rompere il ghiaccio un pò lo stuzzico scoccando qualche frecciatina sulla sua dubbia sessualità(ma insomma, ci sei o ci fai?). E apprendo che è ancora troppo giovane per parlarne con i suoi amici, per farsi accettare per quello che è, per non avere paura o timore, o orgoglio maschile per dire che sei una checca, un frocio, un culattone. La cosa comunque non mi urta, ho visto i suoi amici, ancora più giovani di lui che ha 18anni(per un soffio posso non essere ettichettato pedofilo^^), è naturale che agli inizi ti fai un pò di pare per venire allo scoperto, ma col tempo forse... per ora posso accettare, posso comprendere che agli altri vuoi nascondere la cosa(ma non me), che mi fai passare per un amico di lunga data, che parli con loro di figa, tette e culo come un qualsiasi troglodita, che dici addirittura che io ho una ragazza(chi io? non so proprio come facciano a crederti), che ti dà fastidio pensare che gli altri ti additino etichettandoti immediatamente in un lampo come un "frocetto standard", come se fossi un prodotto da vedere nelle vetrine di un negozio, e quindi trattarti con la stessa dignità di tali oggetti. Per ora mi va bene così, col tempo spero di aprirgli il mio mondo, fatto in maniera diversa, dove certe cose non accadono, perchè non voglio che accadano... e se accadono... bhè, l'accaduto e chi l'ha provocato dovrà confrontarsi necessariamente con me, e sarà travolto, distrutto dalla pesantezza della realtà del mio mondo. E il mio mondo lo divorerà. Maciullato lo sputerà, nullificato dalla presenza del mio mondo... okkei, mi son lasciato andare dalla frenesia dello scrittore in erba^^.
Alle una e mezza mi dice che l'indomani aveva un esame a scuola(sta facendo la maturità), gli chiedo se non è il caso di buttarsi nel letto immediatamente, ma mi dice di non preoccuparmi che magari non ci va, e io gli dico che ci deve andare. Ci dirigiamo verso casa, e di striscio, un pò imbarazzato, già mi dice che mi vuole bene. Io rimango pietrificato, imbarazzato, stra-stra-felice, ma non volgio darlo a vedere, così faccio il coglione e lo stupido. Lui mezzo mi sorride e mi dice che sono un minchione "grazie per il complimento!" gli rispondo.
Si cammina, dietro ci siamo lasciati la città e accanto scorre il fiume calmo; tra la luce lunare e quella artificiale dei lampioni lui mi tende la mano aperta, mi vuole vicino a sè e io sono felice. A volte mi abbraccia da sopra le spalle, a volte tenendomi per la vita. Poi ci fermiamo su degli scalini. Mi stuzzica con frecciatine sessuali, ma io resisto. Certo di farmi incazzare, mi accusa di volerlo solo per il sesso e che continuo a guardargli il culo e il pacco. Giochiamo, scherziamo, ma nel mezzo si sottolinea ciò che proviamo per l'altro, che non vuole essere solo sesso, che non può esserlo... e intanto sugli scalini... a qualcuno viene duro, a qualcuno scappa la mano sui bottoni delle mie braghe che non credevo si slacciassero così rapidamente. Lo fermo, non voglio, non lì, e quando lui rinuncia, lo stuzzico io, e a quel punto non vuole lui. Giochiamo, scherziamo, ma lui mi vuole bene, e a me piace un sacco. Guardiamo sull'orologio: sono le 4 passate e c'è chi ha un esame alle otto del mattino.
Facciamo difficoltà a salutarci, come al solito, vorremo una giornata con più ore. Lo saluto. Mi saluta.
E ieri ho lavorato, Margot mi tiene ancora il muso. Quanto mi fa incazzare che non voglia essere felice per me. Alle undici e mezza sono fuori a fumare, guardo a destra e a sinistra, nel locale accanto mi sembra di sognare. C'è lui, Gemini. E in un attimo sono preso dall'euforia, mi saluta con una mano semplicemente e io ritorno a lavorare stra-felice, una cliente mi dice che ora sembro uscito da un ovetto kinder. La preoccupazione per Margot scompare completamente e sono ricaricato semplicemente per averlo visto. Saranno illusioni e viaggi nella mia testa, ma sono felice davvero e non ho per niente paura se un giorno dovrò cadere.
Verso l'una entra nel locale Gemini, ma è l'ora di punta, e c'è un casino di gente e io lavoro. Mi avrà visto un pò lontano con la testa, concentrato su qualcos'altro, ma la prossima volta gli dirò quanto mi è piaciuto vederlo, per ora lo lascio così, con i dubbi, forse, di aver sbagliato a venire.
Ognitanto penso che dovrei studiare per l'esame del 29... Gemini, quand'è che ci rivedremo?

 
 

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