mercoledì 30 novembre 2011

Arrivato?

13.07.05

 
 

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tramite Diario Scapestrato di Alucard82 il 17/04/06

Sono passati alcuni giorni, bei momenti, chiamate da parte sua e qualche messaggio dolce. Sono quasi le due, la notte porta con sè un aria strana nei miei pensieri e nelle mie parole. E queste non hanno un gusto frizzante, piuttosto agrodolci e poco meno. Stasera è passato di qua. Abbiamo parlato. Mi chiede tempo per capire, che non posso metterlo davanti ad una scelta, e questo non l'ho mai chiesto. Ho voluto semplicemente parlare di quello che gli accade, per capirne di più e magari in qualche modo aiutarlo. Lui dice che gli serve soltanto tempo, io credo di non potermene stare fermo. Non posso stare zitto quando lo vedo tornare da me e magari notare un segno sul suo collo. Dice che le altre sono "qualsiasi" e io sono "unico". Dice che non posso capire perchè non appartengo a questa città, che se si cominciasse a sparlare di lui gli sarebbe impossibile uscire senza avere dietro sè l'eco dello scherno, o delle minacce, o di chissà che altro. Ha ragione, io questo non lo capisco. Ma neppure alla città a cui appartengo mi faccio dei problemi, non faccio spargere la voce che ho qualche intrallazzo con una ragazza. I  miei amici lo sanno, e quando parlo con loro, in luogo pubblico o privato, non evito di parlare di quello che sono o di quello che faccio con altri ragazzi. E non mi è mai capitato di essere perseguitato dalla gente, o di ricevere meno rispetto per qualcosa a cui credo nessuno importi, o almeno credo che mi preceda quanto valgo più che quanto appaio(anche se la distinzione tra le due cose è molto labile). Forse ho la faccia da buono, non so, forse ho una voce sicura e decisa, non so, forse ho gli occhi profondi che ti osservano quando parli, non so... ma non ho paura.
Comprendo che sta qui da 9 anni, che ci sia cresciuto, che forse questo è un cambiamento "drastico" che lui stesso deve ben macinare. Ma io? Lo so, faccio un discorso egoistico, ma perchè io mi trovo a dover sempre sopportare "cose"? Forse il nostro istinto è più sveglio di quanto immaginiamo. Lui, l'istinto, ha già capito tutto dell'altro, gli basta uno sguardo e sà già che è quello che vuoi. In questo caso con me, forse, io volevo la dimostrazione di saper comunque voler bene, la dimostrazione che sono buono o un allocco. Mi sto facendo i miei viaggi lo so...
Oggi è stato qua, è bravo a chiudere i discorsi, ma io lo sono di più a riprenderli. Ogni tanto gli si accende la fiamma della passione, ma se io non la colgo(e io non sono il tipo che va ad elemosinare la passione altrui) si spegne, dovrei tenermi in testa il proverbio "l'occasione fa l'uomo ladro"(recitava così, o sbaglio?). Comunque la vedo una cosa lunga, prima che lui cominci a desiderarmi quando e quanto io lo desidero. A volte, e da molto tempo, ho il dubbio che io non gli piaccia veramente, che sia più dovuto all'esperienza in sè, ma non vorrei pronunciarmi, dò semplicemente sfogo a quel che covo dentro me. Ma anche se non gli piacessi, e lui non se ne fosse ancora reso conto, vorrei provarci col tempo ad incantarlo, come lui ha ormai fatto con me. Cosa faremo assieme? mi chiedo pure se ci sarà qualcosa da fare o se si dovrà star troppo attenti alle apparenze e alle indiscrezioni che vengono da fuori.

 
 

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