mercoledì 5 maggio 2010

Profezie

Sono a lavoro, ma devo mettere giù qualche riga. L'altro giorno ho telefonato Simone e mi ha sbattuto un'altra situazione scomoda. Ha perso la casa e ha cominciato a vivere in giro come un punkabbestia. E non da solo! Si è pure trovato un compagno con cui girare, oltre ad un pastore tedesco. Così da raccontare ci riderei sopra pure io e in fondo non sarebbe poi così grave. O almeno mi sarebbe molto più sopportabile se non fosse per gli antecedenti che lo hanno portato a questa "scelta". Il tizio che lo accompagna lo ha trovato il giorno in cui lui è stato buttato fuori di casa. Era andato in coma e stava per andarsene. Dopo esser stato messo per strada, Simone si è messo a bere, inizialmente, poi a farsi e infine a iniettarsi roba in vena. Sembra voler imitare la madre, morta per overdose in un vicolo di Roma. Sì, questo è quello che mi fa male, questo mi chiedo se posso sopportarlo, se posso stargli accanto in tutto questo, se è giusto per il mio "io", se in questo modo non sto rovinando la mia vita. Sembra che il mio cuore si sia convinto a passare tutto il tempo con questo uomo, ma la ragione no. Mi ripeto che farei a meno di questo cuore, canticchio "butterò questo enorme cuore tra le stelle un giorno, giuro che lo farò", poi passo la mattina cercando su google una risposta su cosa devo fare per aiutarlo, mi leggo pagine e pagine e mi commuovo su un piccolo paragrafo:
Attenzione: non bisogna mai perdere fiducia e speranza. L'uscita da una tossicodipendenza può anche essere un percorso difficile e faticoso ma... vale la pena di arrivare in fondo. Non si tratta solo di "guarire" ma anche di riacquisire "libertà": due cose che ripagano da qualunque sacrificio.
E in un'ora mi sono immaginato i colloqui, le prenotazioni al SERT, le telefonate, la reazione sociale, la sua ripresa e la sua ricaduta. E sullo sfondo continuano le domande "è questo ciò che voglio? sarei felice? soddisfatto di me stessò? avrei rimpianti?". Sì, anch'io ho bisogno di aiuto.

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