venerdì 21 maggio 2010

Persona

Non è che ci stia male qui in Germania, anzi se ci potessi rimanere lo farei immediatamente. Sto leggendo un sacco il correre della sera su internet e la situazione in Italia non è preoccupante, molto di più. Mi chiedo se non sia davvero il caso di mollare l'italianità e mettermi a cercare una sistemazione qui tra i crucchi. Peccato davvero per la lingua, se solo la sapessi di più. Si fa in fretta a dire che quella tanto la si impara con il tempo. Ma a me non occorre imparare la lingua base, a me serve saperlo benone. Ho fatto l'università, ho letto molto, il mio vocabolario è abbastanza ricco, quando devo lavorare con la gente mi avvalgo moltissimo di tutte le capacità espressive e "magiche" della parola. Qui mi sento disarmato. I miei punti forza credo siano proprio la parola e l'ascolto e in terra straniera, sono stroncato per la metà.  E sopratutto a Trento, la domenica, il giorno dopo che toccherò terra patria, vedrò Simone. O almeno è quello che ci siamo detti e mi aspetto che avvenga.
Davvero ci sto provando un  po' a mettermi nelle condizioni mentali di abbandonarlo, mi creo trucchetti psicologici, già pensando al prossimo partner migliore di questo. È ridicolo, lo so, come se fossi realmente intenzionato a lasciarlo. È evidente agli occhi di chiunque che non farei altro che bene a separarmi da lui, che dovrei trovare qualcosa di meglio, che questo e che quello. Ma come posso lasciar stare tutto ciò di lui che mi fa tanto stare bene, mi fa ridere e mi rimescola lo stomaco con mille farfalle colorate. Non dovrei dirlo, perché automaticamente fra qualche giorno ci starò male, ché quando mi chiamerà sarà solo per riprovarmi che lontano da me si sta distruggendo un poco alla volta, ma sono convintissimo di amare la sua persona. Amo le sue espressioni facciali, le sue domande ignoranti sul computer, quando m'innervosisce e mi guarda con un certo gioco a cui io non mi sottraggo e mi diverte. Sì anche il suo essere pasticcione e completamente contrario ad ogni qualsivoglia programmazione di attività e di progettazione per il futuro. Il suo non è neanche un vivere alla giornata, ma un passare la giornata, sprecandola nel divertimento. Io non riesco a farlo, se non con molti sensi di colpa che mi perseguitano finché non mi produco in qualcosa. Si potrebbe dire che lo sfrutto per rilassarmi.
Mi manca e mi sto preparando mesi prima per sopportare l'eventuale rottura. Che cavolo di carattere che ho! Ma chi elaborerebbe mai un pensiero del genere? chi si preparerebbe in questa maniera pensando in questo modo di soffrire meno? o solo per auto convincersi di star pianificando una cosa giusta? perché poi sono così stronzo e presuntuoso da sapere cosa è giusto e in che modo? Mi allontano da ciò che significa essere degli esseri umani e dimentico che è proprio quella parte a renderci più vivi, più degni di altre cose animate e inanimate. Devo continuare a seguire il cuore? Dovrei darmi più fiducia? Da qualche parte c'è una vocina assolutamente contraria alla razionalizzazione della situazione. E mica è la prima volta che faccio l'esatto opposto di quello che mi dice il sentimento. Anche se ogni giorno spero finalmente di potermi lasciare andare, ogni volta invece innalzo tutti i paletti per non far fluire fuori tutte quelle mie energie che vorrebbero colmare ogni distanza che ho dal mondo e dalle persone.

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