lunedì 24 maggio 2010

Creazionismo

Lo amo, sì mi sto preparando per un post su Simone. In realtà vi è ben poco da dire. Forse non lo amo. Ieri sono stato ad una festa, quella famosa festa gay a cui i miei colleghi hanno declinato l'invito(tranne una che ha portato anche il suo ragazzo). È stata una bella serata, come l'altra volta, buttandomi in mezzo alla pista, è passato poco perché non fossi tacchinato da un tizio. Più che un tizio, era un signore un po' grandicello per la mia età. Era il classico palestrato e nonostante non fosse proprio il mio tipo l'ho lasciato fare. Abbiamo ballato, finché non ha cominciato a toccarmi. Zero eccitamento da parte mia. Ci siamo baciati  per un po', poi me ne sono andato. Suona tutto come un controsenso rispetto a quello che dovrebbe legarmi a Simone. Personalmente però non riesco a sentire queste mie azioni come deprecabili. Le vivo in maniera distaccata, come se non appartenessero alla stessa sfera d'intimità che condivido con Simone. Non hanno alcun peso, le vedo meccaniche e con un piacere del tutto superficiale ed effimero. I sensi di colpa non ci sono. 
Alle sei del mattino, mentre m'incamminavo verso casa, sotto gli effetti ancora dell'alcool, ho cercato di chiamare Simone, avevo voglia di urlargli addosso e di costringerlo a dirmi una volta per tutte che cosa avrebbe voluto fare, che se contava di stare assieme a me avrebbe dovuto una volta per tutte mettersi a posto, smetterla di fottersi la vita con le droghe e situazioni assurde. Tornare a casa e cercarsi un lavoro, smetterla di fare il bambino e il disperato. Cazzo, rimboccati le maniche e comincia a comportarti da persona adulta e responsabile! So già che mi direbbe che ho ragione, come se la cosa dovrebbe consolarmi. Fa qualcosa, dannazione! Ovviamente non ha risposto al cellu. Solo a mezzogiorno mi richiama. La sua voce mi ricorda la telefonata fatta a mia nonna anni addietro, quando lei era sotto effetto di morfina. Bocca impastata, un tono assente e l'impressione di fare una fatica immane a formulare una qualsiasi frase. E non mi sono arrabbiato, neanche agitato. Accetto il fatto che sia anche per lui il giorno dopo. Riesco a dirgli qualche cosa e ad informarmi su cosa stia facendo e dove si trovi. Mi assicuro entro i limiti che è ancora in vita e che non stia facendo altre stronzate. Naturalmente gli chiedo se è ancora interessato al sottoscritto, se ha forse cambiato idea e lui mi risponde che no, non ha cambiato idea, che ci tiene a me e mi ribadisce l'appuntamento per il 4 di Luglio. Perché non rimango scosso dalle sue condizioni? A vole mi domando se davvero me ne importi davvero qualcosa di lui o stia con lui solo per accontentare certe mie idee, certe mie bassezze d'animo.Voglio dire, che importanza potrà mai avere all'interno della mia testa il solo fatto di stare insieme a qualcuno? Quali bisogni mi va a soddisfare il sapere di essere legato a qualcuno? Basta con le droghe, basta con una vita su di un cornicione, voglio che s'impegni per una stabilità, mentale, fisica, finanziaria. Cazzo, sono stufo di queste situazioni del cavolo, deve cominciare a fare la persona matura, voglio che cominci a preoccuparsi attivamente per costruirsi un futuro stabile, con o senza di me. La mia inclusione o assenza nella sua vita sono cose di cui non sento il peso. Voglio una fottuta vita normale!

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