giovedì 6 maggio 2010

Senza ricompensa

Sono a lavoro e non so che fare. La voglia di mettermi a scrivere il mio report sull'esperienza aquisita con questo stage, l'ho esaurita circa 10 minuti fa. Mentre non mi costa nulla continuare a martoriarmi il cervello su Simone. Ho sbollito un po' il panico, mi sono riletto quello che ho gia`vissuto con lui e questo in fondo non è nulla di così diverso. Davvero, a me basta averlo accanto. Non so cosa voglia dire, ma sono convinto che non rovinerò la mia vita solo perchè ci sto insieme. La preoccupazione di ciò che gli sta capitando è sfumata nel solo desiderio di averlo accanto. Ci metteremo a posto, faremo quel che è da fare, a aprtire dagli incontri coi medici e tutto il resto. Non mi peserà fare queste cose, l'unica cosa che mi pesa è non averlo qui al mio fianco. Sono del tutto preso dall'irrazionale, niente particolari scalette valoriali, gironi di eliminazioni, limiti da non superare per il quieto stare insieme... sarà questo l'amore? Non capisco davvero, come mai questo legame non si spezza? Avrei milioni di motivi per mollarlo, alcuni dei quali in passato erano già singolarmente sufficienti per per chiudere la storia. E invece con Simone, tutte queste cose, non sono condizioni sufficienti. Non parlo di sopportazione, è qualcosa di diverso. A parte un'iniziale senso di squilibrio(mi tira addosso certe notizie che vorrei vedere chi non si destabilizza!), poi mi riprendo e porto avanti la mia giornata come le altre. Stare insieme è diventata la cosa più importante e non so se questo è un bene o un male. Trovo soddisfazione nel lavoro e per il mio futuro necessito un'attività adeguata a questa mia inclinazione da "contatto con la gente". Se lo ho accanto tutto il resto lo posso affrontare. Anche quando all'inizio dell'anno non si era una coppia, a parte la disperazione durata una giornata, rimaneva comunque una connessione, mi sembrava di sapere già che non ci eravamo liberati l'uno dell'altro. Più che altro le aprole che ci eravamo scambaiti non mi sembrava avessero un valore effettivo. Solo parole e basta che lasciano il tempo che trovano, mentre l'aria era un'altra. Anche adesso sento che l'aria è un'altra. Sta succedendo qualcosa dentro di me, ma non riesco ancora a percepire quale parte di me sia coinvolta, qual è la posta in gioco. Forse, come al solito, devo ancora digerire l'intera notizia, devo somatizzarla, perchè credo che dovrei essere più sconvolto mentre invece penso a come mi si presenterà quando lo rivedrò, se si sarà pulito e sarà presentiabile, a dove staremo in albergo e quanto mi verrà a costare, se farà troppo freddo perchè se ne stia fuori a dormire e se mi lascerà abbracciarlo, accarezzarlo, abbracciarlo... se finalmente torneremo a fare del sesso! o dell'ammore, se preferiamo. Il resto dei problemi invece, forse li sento come ostacoli da superare insieme.
O sono nel panico totale e il mio istinto salvaguarda la mia sanità mentale razionalizzando tutto a tal punto che, dato l'assunto che agitarsi è inutile, ha deciso di apaticizzare la situazione e freddamente gestire la cosa, oppure questa sarà una bomba che mi esploderà in faccia.

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