lunedì 17 maggio 2010

La bomba

Che pacco che sono certi miei colleghi d'avventure. Io odio chi tira pacchi, voglio dire, ma non ti possono dire di no da subito che così almeno non mi preoccupo di fare le cose in maniera da accontentare tutti? E sopratutto spendo meno soldi nell'inviare sms con tutte le info necessarie per semplificare la vita agli altri. Che rottura! E dire che ormai avrei dovuto imparare, devo smetterla con questa premura da bravo amico, sopratutto con chi non se lo merita. Basta, cazzo, credo abbiano proprio sperperato tutte le chanche: d'ora in poi ci si fa na mazza di cazzi propri, che tanto mercoledì abbiamo già appurato che a divertirmi ce la faccio pure senza la cricca italiana dietro. Ecco, un'altra cosa che mi sta cominciando a mancare dall'Italia(oltre alla buona cucina) sono i miei amici, l'Alessandra insomma. Dovrebbero forse essere di più? Ma sì, lo so, ci sono anche la Michela, la Lori, Gigi, etc. ma in fondo con chi mi trovo più spesso è l'Ale. Abbiamo pure convissuto per anni.
Ieri l'ho pure sentita su skype e abbiamo parlato per una buona ora. Non ci sentivamo da tanto, e poi quando è gratis, passa in fretta. Di che avremo mai parlato? Avevo un paio di badili da scaricare su Simone. Naturalmente la sua opinione è quello di mollarlo(ma l'ha detto con tatto, senza farmi sentire un cretino e sopratutto dandomi tutto l'appoggio possibile per qualsiasi decisione io prenda nel caso) e io razionalmente sarei d'accordo, credo. Emotivamente però non mi sento a posto. Il nostro è un amore corrisposto ed è pur vero che appena distolgo lo sguardo da Simone lui si incasina la vita in maniera assurda. Eppure appena vedo il cesso che si è creato mi vedo subito lì al suo fianco. A pensarci mi viene pure un po' da ridere. Mi immagino la scena di io-mamma che lascio il bambino-Simone un attimo in cucina a giocare da solo e quando torno me lo trovo vicino alla porta che mi guarda con gli occhi da angioletto mentre per terra ci sono tutti i piatti rotti. Purtroppo però questo non è una gag e neppure un gioco. Le situazioni sono più serie.
Ho preso una decisione. Rimango accanto a lui solo se ha seriamente intenzione di migliorare, di fare qualche passo avanti, verso di me. Oggi ho guardato al cinema un film queer, molto delicato, soft. E c'era questa scena(ci sono sempre) dove la coppia si addormentava abbracciata in un prato sulla riva di un lago, mentre il sole declinava verso la sera. Ecco, cazzo, io sta cosa la voglio. Un quadretto di tranquillità, un pezzetto di paradiso dove ogni tanto soffermarsi, protetti dal mondo che se ne sta fuori. Cazzo posso pretendere di avere da un barbone, drogato e alcolizzato? Ora se vuole rimboccarsi le maniche e tirarsi fuori dalla merda in cui sta, allora posso pensare di stargli ancora accanto, ma stavolta deve essere per davvero, perché comincio ad essere stanco. Aver parlato con l'Ale ha sbloccato qualcosa. Finora non stavo male al pensiero di stare insieme a Simone in queste condizioni, forse perché in fondo era tutto nella mia testa. Parlarne invece con qualcuno l'ha reso un po' più reale. Sì, voglio che qualcuno ogni tanto mi abbracci e mi tenga fuori il mondo. Non posso e non voglio essere solo io quello che tiene le spalle larghe. Ricordo quando a Verona ero ammalato con 39 e passa di febbre. Lui era con me, nello stesso letto, sotto le coperte per starmi vicino. È successo una volta e vorrei che tornasse ancora quel momento perchè è tra i più dolci che possiedo. E non dovrebbe essere così, dovrei averne molti di più, non dovrei guardare a quel ricordo con tanta malinconia. Ecco, è di questo che parlavo. Comincio a non stare bene in questa storia, riconosco benissimo questo sentimento di frustrazione precedente alla rottura. Deve fare qualche mossa per non perdermi e ti prego fa che sia abbastanza forte per affrontare la vita.

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