venerdì 28 maggio 2010

Labirinto cieco

Ieri l'ho sentito. Era a Verona ubriaco. Mi ha chiamato per dirmi che è disperato, che mi ama e che non sarei dovuto andarmene proprio in quel momento. Dice che sta andando sempre peggio, che ora è pure alcolizzato e che non sa più che fare. E solo a sentire la sua voce, oltre alla sua voce, Simone, a sentirlo lì tutte le mie ipotesi di troncare la mia storia con lui son cadute, abbattute in un attimo. Da dentro, dal quel seme stupidissimo, dallo spirito che non mi vuole abbandonare ancora, è uscito tutto il sentimento. C'è solo da pensare a come mettere a posto le cose. L'altra possibilità è che muoia. Credo sia l'unica cosa che possa fare la mia ragione: desiderare che lui da un momento all'altro sparisca. Sono cose da non dire e da non pensare, ma con me stesso, perché voglio capire che persona sono e fin dove posso spingermi con la coscienza, non vi è alcuna necessità di nascondermi, di censurarmi. Per quale altro motivo altrimenti scrivere un blog se non per liberare i diavoli che s'impossessano delle mie azioni e dei miei poteri. L'uomo ha uno stampo freudiano di Thanathos ed Eros. Io non sono da meno.
Prego soltanto di non scivolare nel panico, di non rimanere paralizzato e di essere abbastanza in me per usare le mie energie e le mie risorse, le mie competenze trasversali, per impegnarmi con la mia caparbietà e sicurezza per risolvere questa situazione, per portare il mio valore e volgere la realtà in mio favore. Spero di non restare bloccato, imbambolato e passivo a quel che mi succede. Voglio credere in me stesso, avere fiducia e non lasciarmi corrompere dalla disperazione. Non è il momento perché io faccia il debole, perché mi lasci andare alla mia umana debolezza, anche se lo vorrei tanto. Ma probabilmente questa parte non la reciterò mai e neanche per orgoglio, ma perché tutti o in molti cercano qualcuno su cui appoggiare il proprio peso e in pochi o nessuno è disposto ogni tanto ad alleggerire quello dell'altro. Tranne io, evidentemente.
Sto solo cercando di farmi forza, nient'altro, per quando lo vedrò e per quando dovremo decidere che fare. Ora ci vuole che qualcuno faccia il forte e l'incrollabile, lasciarsi andare non porterebbe a nulla se non ad amplificare lo sconforto.

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