martedì 7 settembre 2010

Senza di me

Forse è stato troppo, ieri notte ci siamo spinti più in là del solito.
Ok, può succedere che in discoteca dopo aver bevuto qualche cocktail e
qualche shot ti ritrovi a baciare una tua amica o un tuo amico. Magari
accompagni il tutto con una forte palpata alla coscia o al sedere,
così in simpatia. Può pure succedere che in periodo di magra finisci
pure nel letto dell'altro tuo amico gay, senza che questo cambi nulla
nel vostro rapporto. Ma ieri?
Ci siamo trovati a casa mia per fare una cena leggera e caricarci per
la serata a Bolzano nell'unica discoteca arcobaleno del Trentino.
Chiamiamo pure per farci mettere in lista e ci rispondono che la
discoteca è ancora in chiusura estiva, che stanno ancora lavorando per
la nuova location e che l'apertura è spostata agli inizi di Ottobre.
Nonostante questo non demordiamo l'idea di andare a Bolzano,
d'altronde Trento non offre assolutamente nulla, ma sopratutto facendo
un rapido giro nelle vie del centro, non vi è alcuna massa stimolante
di ragazzi carini. Davvero, io mi deprimo se tutt'attorno mi ritrovo
in una selva di anonimi, se poi sono anonimi brutti e senza alcun
senso d'abbinamento nel vestiario, è la morte mia. A Bolzano la musica
è di tutt'altro tono.
Dopo due bottiglie di vino decidiamo di partire e in un ora siamo
fuori dal parcheggio vicino a Piazza Walter. E d'un tratto possiamo
tranquillamente dimenticare di trovarci in una regione lontana mille
miglia da realtà molto più vive come Padova, Bologna, Milano. A me e
ai miei amici ci pare di venir catapultati nuovamente agli anni
universitari passati fuori casa. Mi sembra quasi possibile una vita
normale e la scimmia urlatrice che mi dice di andarmene dal Trentino
per qualche ora si acquieta.
Alla fine del nostro tragitto tra i bar ci fermiamo nel bar gay che
sta in Via dei cappuccini. Posto carino e tranquillo, buoni i
cocktail, mentre la clientela si dimostra poco interessante, tranne un
ragazzo con la barbetta che se ne sta solo al banco a bere il suo
cocktail rosso. Prima di andarcene mi avvicino a lui e con la scusa di
farmi spiegare la strada per una discoteca attacco bottone. Le prime
cinque parole filano lisce poi comincia a balbettare. Il mio amico,
che dopo l'ennesimo sorso al mio mojito è fuori come un melone,
comincia a ridergli in faccia in maniera sguaiata, non riesce a
trattenersi dalle risate e ride così tanto da farsi diventare tutta la
testa rossa. Fortuna che il tutto passa solo per uno scoppio
inconsulto di un ubriaco e così evitiamo la figura di merda.
Ovviamente dopo averci spiegato la strada, salutiamo e tempo quindici
passi scoppiamo a ridere in mezzo al silenzio della via. Sì, siamo dei
bastardi e non abbiamo proprio nulla in più degli altri, però dopo che
vedi un tipo carino al bancone da solo, con l'aria del "bello e
dannato" e ti decidi infine di avvicinarlo e scopri che la sua voce è
del tutto fuori dal viaggio mentale che ti eri fatto, un po' ci
rimani.
Nuova meta: il Rise. Si balla, si beve, si torna a casa, si va a
dormire. Tutti a casa mia. Tutti in camera mia. Esattamente non
ricordo quando è scattata la cosa, stavo mettendo il copriletto, lei
si era messa più comoda, si era messa gli occhiali. Lui è rimasto in
mutande, inerme. Stavo ancora vestito quando mi sono sdraiato di
traverso occupando entrambi i letti. Naturalmente mi sono trovato
davanti alla parte anatomica di lui più interessante. Era già
eccitato? le mutande se le è tolte da solo? Ho qualche buco su questi
particolari, ricordo però di essermelo trovato in bocca e di aver
chiesto a lei di farci vedere come fa e in caso ricevere consigli.
Piccolo buco di memoria. Probabilmente io che le lecco la bernarda e
le metto qualche dito in culo. Buco di memoria. Gli metto il
profilattico e poi via, lei che gode e lo vuole un po' ovunque, in
culo, non so. Mi dice pure che sono stronzo perché non partecipo, anzi
no, perché non la scopo. Ed effettivamente la scusa dell'essere gay
con l'altro sotto di lei a questo punto non regge molto. Buco di
memoria. Io che faccio venire lui, lei che si fa da sola. Fin.
Il giorno dopo sonnecchio quando sento la mia amica lasciare
l'appartamento e andarsene con un flebile "ciao". Io sono ancora
abbracciato a lui e ne approfittiamo per farci di nuovo, ma anche
stavolta io non vengo, mi accontento che sia solo lui. Due volte.
Perché mi capita di fare così? Di portarmi a letto qualcuno e non
lasciarmi andare fino in fondo? Ma sopratutto: che cazzo! Nel senso di
acciderbola e non dell'attributo. Per quanto stia cercando di andare
oltre all'orgetta di sabato e cerchi pure in scrittura di dargli poca
importanza, il mio piccolo, debole e stracciato senso morale in questo
momento sta arricciando decisamente il naso, tanto che ho paura di
trovarmi la faccia rivoltata all'insù(e percheccavolo "all'insu" me lo
da come errore, mentre con l'accento no?). Sarà un'altro di quegli
eventi che sembrano dover avere un seguito mentre invece si
sgonfieranno lasciandoci solo il ricordo. Un po' come l'aver fatto
sesso con il mio ex: certi eventi succedono senza aver per forza un
senso di continuità con tutto il resto... o no?

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