domenica 18 aprile 2010

Egotrip

Adesso comincio a sentirne un po' la mancanza. Ecco, ora mi assale la paura che la maledizione del blog mi segua anche qui su blogger. Ricordo che tutte le volte che scrivevo qualcosa di dolce e di "esageratamente" mieloso sulla mia situazione sentimentale, accadeva sempre qualcosa che mi faceva rimangiare tutto e che portava la storia sull'orlo del precipizio. Cosa significano per me questi tre mesi lontani da Simone? Prima di partire gli ho ripetuto di mettersi a posto in questi tre mesi e in queste giornate di prima lontananza ho disprezzato l'idea di lui che veniva qui a trovarmi. È che la sua situazione non mi piace affatto, l'avere problemi economici e di salute, io non so quanto mi ci ritrovi a "sopportare" sta storia. La vita non potrebbe essere leggermente più semplice? sarei troppo felice? e che ci sarebbe di male? a chi devo chiedere il permesso? Mi chiedo se le cose devono cambiare o se potrebbero anche continuare così. M'infastidisce il mio ego e il suo stronzissimo difetto di sentirmi più degli altri. Una perversa superbia che è certo un voler nascondere la debolezza di sentirsi legato agli altri, a quello che pensano. L'indipendenza è in me un'imperativo, me lo sono imposto perché cerco in questa maniera di non soffrire, mi è intollerabile la sofferenza di perdere a causa di altri una parte di me. Mi sento una contraddizione psicologicamente giustificabile. Sono cosciente della mia smodata sensibilità, cerco di difendermi, è il mio istinto di sopravvivenza. E aggiungiamo pure l'orgoglio, che grande truffatore, non ammetterebbe mai nulla se in un campo neutro, in un discorso, nelle parole, ma guai se lo facesse nel comportamento abituale. 
Non abbraccio nessuno, m'irrigidisco se mi porgono qualcosa più di una mano distante, mi tendo legnoso a qualunque dimostrazione d'affetto o carineria. Poi esplodo tutto il mio desiderio di essere con l'altro con Simone, provo emozioni "assolute" per un bacio, per il suo odore, il contatto con la sua pelle. Diventa un desiderio così passionale che svanisce la razionalità, non ci sto più con la testa, si scopre tutto il mio ego e quello che voglio. Ho la certezza però che ciò non cancella chi ho davanti, Simone. Brucio ogni neurone per questo mio desiderio, ma è lui solo che voglio. Ho già provato a volere altri, ma non funziona, arrivo fino ad un certo punto, poi qualcosa si spegne e non riesco a concludere, a godere. La voglia si volatilizza, non rimane nulla, si dilegua, mi ritiro e non c'è quella mia vera essenza che cerca l'altro, a cui si vuole lasciare andare. Torna il mio gratuito altruismo, per non avere nulla in cambio e non soffrire, una gentilezza ma senza animo, svuotata, atona. Non mi do' all'altro, non gli lascio alcun pezzo di me. È un gioco da bambino. Potrei illudermi che con un'altro potrebbe essere diverso, potrei iniziare a baciare un viso, infilare la lingua per un briciolo di desiderio. Dentro di me però vi sarebbe solo la "delusione" di non trovarvi il desiderio che volevo evocare. 
L'Universo di Carlo ha due soli anche se ogni tanto si scambiano per lune.

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