mercoledì 30 luglio 2008

Io non lo dimentico MAI

[...]Le persone omosessuali contribuiscono al pagamento dei contributi economici
utilizzati per la gestione dell’apparato statale, esattamente al pari
del resto della cittadinanza. I soldi versati, però, non torneranno a loro
sottoforma di benefici. Infatti, le coppie gay non hanno accesso ai bandi
di concorso per l’assegnazione degli alloggi popolari, non hanno diritto
all’adozione di minori, sul luogo di lavoro non è loro concesso il permesso
matrimoniale retribuito, poiché né il matrimonio né la convivenza sono riconosciute.
Paradossalmente, in caso di morte del partner, non è riconosciuto
loro il permesso di assentarsi dal luogo di lavoro.

L’elenco delle disuguaglianze è lungo ma, per riassumerlo, possiamo
sostenere che non solo i soldi versati nelle casse dello stato non ritornano
sotto forma di contributi, ma saranno utilizzati per alimentare un sistema
discriminatorio che si ripercuote sull’omosessuale stesso.

Con questi soldi, versati dai gay, lo stato paga il funzionamento dell’istituzione
scolastica, finanzia la televisione e la radio pubblica, la comunità religiosa
cattolica e tutte quelle istituzioni che pubblicizzano un modello di coppia
e di vita eterosessuale, mentre, invece, presentano l’omosessualità
come bestiale, perversa e contro-natura.

Gli omosessuali pagano le istituzioni di governo ed i loro funzionari, che
si renderanno attivi per fare in modo che questo sistema omofobo continui
a replicarsi, contribuendo alla creazione di leggi che perpetuano e legittimano
lo stato delle cose esistente.

Alla luce di ciò, è possibile sostenere che in Italia vige un regime di aparthaid
nei confronti della comunità gay e lesbica (la stessa discriminazione è valida
anche per altre minoranze e per le coppie eterosessuali non sposate). Le persone
omofile sono quotidianamente vittime di anatemi religiosi e secolari.


[...]In Italia il paradigma di riferimento è quello maschile, abbinato al mito
della virilità. Esso c’impregna fin dall’infanzia: nei fumetti
troviamo Superman e Super Pippo, per incentivare l’acquisto dei settimanali
d’opinione si espongono in copertina donne svestite. In televisione
i personaggi di contorno sono donne semi-nude ed un po’ stupidine. Finora
nessun gioco a premi televisivo ha utilizzato come soubrette un uomo
in tanga, nonostante i censimenti nazionali ci rivelano che la popolazione
italiana è a predominanza femminile.Tutto ciò serve per alimentare un modello culturale e sociale dove l’uomo
è il magister ludi, colui che svolge i giochi. E’ il maschio
eterossessuale (bianco) che detiene il potere e che deve essere soddisfatto.
Questo modello lo ritroviamo nel concetto di famiglia nucleare imposto dalla
società italiana. Esso è inteso come unità fondamentale della vita sociale
e della sua riproduzione, materiale ed ideologica, intorno al quale ruota
da secoli l’inquisizione verso quei soggetti che non ne condividono
i valori e che attuano comportamenti diversi dalle norme generali.


[...]Psicologi, criminologi, psichiatri, rappresentanti della chiesa cattolica
hanno cercato di interpretare l’omosessualità, ottenendo come risultato
un ulteriore accanimento contro i gay, spingendone alcuni fino al suicidio.
Nessuno di questi luminari era dichiaratamente omosessuale: esprimendo giudizi
dalle conseguenze nefaste tentavano, e tentano, di interpretare una realtà
che non gli appartiene.Non sto sostenendo che non è possibile studiare l’omosessualità se
non si è gay, ma penso che studiare ed interpretare una cultura diversa da
quella di appartenenza significa attuare uno sforzo di comprensione, che può
portare a riflettere sulla propria cultura di provenienza.


[...]I comportamenti discriminatori e il trattamento di subalternità non sono
riservati esclusivamente agli omosessuali. Come sostenevo in precedenza, esso
interessa anche le donne. Le battaglie condotte per il riconoscimento dei diritti delle donne sono,
per molti tratti, simili alle lotte del movimento gay.


[...]La condizione di precarietà in cui si trovano costrette le coppie omosessuali,
determinata dalla mancanza di un’adeguata legislazione a loro tutela,
spinge i partner a vivere quotidianamente un rapporto di rispetto
e di comprensione l’uno per l’altro. Se non esistesse un modello
maschilista predominante, questo comportamento dovrebbe riguardare anche la
totalità delle coppie eterosessuali. E le donne vivrebbero affrancate dal
ruolo subalterno che rivestono nella società italiana.


[...]Le persone gay incontrate per tradimento intendono il rapporto al di fuori
della coppia cercato con premeditazione. Non rientra in questa categoria il
sesso praticato con altri che nasce dalla casualità, che non coinvolge i sentimenti,
o che è stato concordato all’interno della coppia stessa. Non è considerato
tradimento perché la relazione con l’altro coinvolge solo il corpo,
dissociato dalla mente. Il sesso è rappresentato come scambio di emozioni
corporali temporanee. E’ de-sacralizzato, depurato dai valori aggiunti
dei significati sociali, culturali, religiosi. Il sesso assume la dimensione
di attività fisica.


Tratto da "Le molteplici declinazioni dei comportamenti sessuali: La coppia gay nel panorama socio-culturale italiano" di Paolo Arienti per Brianza Popolare, 04 aprile 2004, link

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