venerdì 25 luglio 2008

Relazioni

Ho impiegato un pò a scrivere questo post per una "semplice" ragione, ovvero il fatto che non volevo dare al "problema" troppa importanza, perchè sembrerebbe che la cosa sia un nervo scoperto. Ma non è così. Il fatto è che sono un filosofo con una spiccata sensibilità e molto debole quando si toccano argomenti che mi riguardano personalmente; anche se dò l'impressione di essere un gran chiacchierone, di non farmi scrupoli nel rilevare qualunque particolare della mia vita, in realtà, ho un enorme difficoltà a parlare delle cose a cui tengo di più, mi crea un certo imbarazzo causato dalla paura di essere frainteso, mi prende il panico e solitamente inciampo nelle parole e divento confusionario e a quel punto davvero non si riesce a capire che voglio dire. Ed è strano per uno che solitamente s'impegna ad essere il più chiaro e comprensibile possibile, preciso pure troppo a volte, però quando vengono tirati in ballo i miei più profondi sentimenti, quelle sensazioni inafferrabili eppur presenti, non riesco più a dare un ordine ai pensieri e alle parole. Tutta questa premessa per un discorso riguardante gli amici di Trento che non vedono di buon occhio Simone e la veridicità del nostro rapporto, perchè credono ci siano affermazioni fasulle sul conto del mio ragazzo e che io sia troppo sciocco e cieco per coglierle. E così si sentono un gradino sopra il sottoscritto e mi guardano con tenerezza, quasi compatendomi. E ovviamente a me la cosa non piace affatto, ma dato che discutere con loro è inutile io sono costretto a fare finta di niente(e loro con me) per la maggior parte del tempo; però il mio carattere non combacia granchè con un tale atteggiamento e quindi mi sento sempre con un rospo nello stomaco che vorrebbe saltar fuori.
La sensazione che ho in realtà è qualcosa di simile ad amarezza frammista a orgoglio ferito, a delusione e un pò alla convinzione di non aver modo di poter cambiare le cose. Certo la cosa è dovuta sopratutto al fatto che proprio Davide non sia(come al solito, oserei dire, quando si tratta del mio ragazzo) dalla mia parte. Più il tempo passa e più mi convinco che qualcosa non quadri, stridi con ciò che sarebbe considerato normale in un rapporto di amicizia. E, no, non sto parlando del fatto che tutti credano che siamo innamorati l'uno dell'altro(anche se gli unici a non pensarla così probabilmente siamo proprio io e lui, o forse a me piace pensarla così, o entrambe le cose), ma che il suo atteggiamento un pò lunatico, strafottente, catastrofista e iettatore, a volte cattivo di proposito e con l'aria da superiore, non è assolutamente l'idea che ho di un amico. Cosa più fastidiosa è che lui cerchi di giustificare questi atteggiamenti antipatici come esternazioni di "amicizia", di "sincerità" e di "preoccupazione". Forse essere sè stessi non è un assioma per l'amicizia; forse noi abbiamo litigato così tante volte e ce la siamo presa per ogni singola cazzata dell'altro senza forse mai risolvere davvero nulla che inconsciamente abbiamo smesso di provarci a mettere a posto le cose, semplicemente ignoriamo, cerchiamo di non parlare dei problemi e tiriamo avanti. Sarà perchè siamo stanchi, ma di cosa? Spesso mi dice che gli manco, ma che vuol dire? So bene di essere simpatico e divertente, ma non solo con lui, anch'io mi diverto, però a volte mi chiedo se valga la pena stare settimane a rimuginare stando con dei pesi al collo per questa amicizia.
Perchè non accettano Simone? Perchè non possono sforzarsi di vederlo assieme a me? Pensano che abbia detto bugie sulla sua malattia e probabilmente non credono neppure al suo lavoro come percussionista o che adesso stia lavorando nelle discoteche della Spagna. Ma è tutta colpa mia, sono io che mi sono confidato con loro dei suoi problemi, e questo perchè avevo paura di perderlo per sempre. La malattai di Simone è grave e ultimamente non stava affatto bene, era sempre debole e accusava spesso dei dolori allo stomaco. Il livello di globuli bianchi è perennemente alto, ma stazionario. Simone, qualche mese fa, aveva paura che stesse per giungere la fine di tutto, così mi aveva detto che forse non sarebbe giunto neppure alla fine dell'anno. E io stupidissimo mi son sentito in dovere di sfogarmi con qualcuno e maledizione a me che ogni tanto son convinto che gli amici servano anche a questo!
Nel periodo in cui si sentiva male aveva programmato di andare a fare delle cure in Svizzera di chemio, poi, dopo un pò, ha cominciato di nuovo a sentirsi meglio e non ha più voluto andarci. Sembra in-credibile nevvero? E uno sconosciuto potrebbe fare fatica a credergli, ma probabilmente questo sconosciuto non ha neanche mai provato una chemio, e cosa voglia dire subire un trattamento di chemio. Per Simone non sarebbe stata la prima volta, in passato ha fatto un lungo periodo in ospedale, terribile, in cui dei dottori avevano diagnosticato la cosa sbagliata e seguito una cura che lo ha distrutto fisicamente. Ma appunto la diagnosi era sbagliata, lo hanno trattato da malato quando non lo era e lo hanno rovinato. E questo è solo uno degli episodi della sua vita, perchè a Simone son sucesse molte altre brutte cose, ma la gente fatica a credere che certe cose accadino davvero, le leggono nei giornali, come delle storielle singolari e macabre, ma sono la realtà, e non accadono semplicemente in un luogo geografico imprecisato della nostra mente, ma possono succedere al nostro vicino o a quello con cui abbiamo parlato per un momento in biblioteca. Ma noi ignoriamo, dissimuliamo ad arte gli orrori che forse ci sono davanti agli occhi, non vogliamo vedere, non vogliamo sapere che nel nostro paesino accadano episodi deplorevoli e noi non abbiamo fatto nulla per evitarlo, e che anzi con la nostra indifferenza ne abbiamo contribuito lo sviluppo. E poi siamo così ipocriti da rimanere scandalizzati quando il peggio accade, quando il vicino si suicida "misteriosamente", lasciando una moglie ed una figlia disabile. Forse è proprio questo atteggiamento d'incredulità che fa nascere la mia amarezza e la mia triste rabbia.
Credo di essere andato un pò in là con il discorso, ma in realtà è tutto dentro all'argomento di Simone e i miei amici, per me lo è, sono un filosofo e questa è la mia sensibilità e gli amici dovrebbero sforzarsi a farmi stare bene, non male.

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