sabato 17 luglio 2010

Welcome new Century

Nel post precedente sono stato molto gentile nei miei confronti. Ho dato l'impressione si essere stato molto tranquillo con Simone al telefono, ma non è stato così. Sono stato cattivo e crudele. Gli ho dato del codardo e ho cercato di farlo sentire in colpa per la sua situazione, che non è pesata solo su di lui ma anche sulle persone a lui vicine. Che ormai mi andava bene qualunque sua decisione, perché ormai ero stanco e senza forze. E mentre lui mi ripeteva di avermi voluto davvero bene("la persona a cui ha voluto più bene"), io rimanevo atono, freddo. Non gli ho affatto detto che lo amo, che gli ho voluto bene e quant'altro. E quando al telefono mi ha salutato ripetendomi "ciao" milioni di volte io rispondevo solo con un incurante "sì".
No, le storie d'amore e la vita in generale è fatta molto più di cose non dette e confuse, non vi è come nei film una trama chiara e definita, i sentimenti non sono delineati dalle parole. La vita ha tutta la consistenza del pensiero, non della parola. Continuo a sperare che nonostante la telefonata, lui non abbia dubbi sui miei sentimenti. Avrei sollievo a sapere che un po' mi pensa, io lo faccio ogni giorno. Ripeto nella mia testa "Simone ti amo", come se in questo modo potessi alleviare le mie colpe. Sì, mi sento un po' in colpa per come l'ho trattato, ma ancora di più per come mi sto comportando da dopo che abbiamo chiuso. In Germania ho sofferto, ma tornato a casa non ho fatto altro che buttarmi nel lavoro e nel divertimento. Nel mio tempo libero mi sento felice, mi sento più integro, meno appesantito.
Assaporo in maniera diversa quello che faccio, anche con i miei amici. O forse è solo una mia impressione.
Sabato scorso dopo aver partecipato alla festa in paese dei Porteghi, sono andato con Michele in Piazza Venezia, lì la notte diventa un luogo di batuage(non so se si scriva così). Cinque minuti ed ero addossato ad un muro con un ragazzo di cui non capivo bene che faccia avesse, perché quando bevo un po' la realtà mi lascia solo la sua impressione, libera dai contorni, sento tutto più indistinto, ma sento bene il mio corpo e il mio cuore, i miei desideri e le mie energie. Ero con questo ragazzo a ravanargli la bocca e nella pausa tra un bacio e l'altro lo guardavo dritto negli occhi contenti e gli sorridevo. Sembrava stupito e sognante, appagato per il solo fatto di stare tra le mie braccia. Mi sentivo bene. Entrambi attivi, non avevo neppure alcuna intenzione di portarmi oltre a una grossa palpata e l'assaporare il suo cazzo. Lui ha mimato un approccio da dominante, ma con me non funziona soltanto volerlo. Oltretutto non avendolo mai fatto prima, ogni tentativo è destinato miseramente a fallire. Ci siamo spostati, mi ha portati più dentro la piazza, più vicino alla strade del centro dove sfrecciano le macchine, lì ci siamo sdraiati, buttati con foga nell'erba, a toglierci i vestiti e a cercare con la bocca il cazzo dell'altro. I pantaloni corti dell'estate sono scesi subito. Ma io preferivo averlo davanti a me, riuscire a guardarlo in faccia e baciarlo per vedere di nuovo i suoi occhi e il sorriso e i complimenti che rivolgeva al mio corpo. Mi ha rivoltato a faccia a terra, ha provato ancora, poi si è accontentato di sfregarmi la cappella sul mio culo. Mi è piaciuto e devo aver fatto un po' di casino. Alla fine si è alzato e io sono rimasto seduto a pigliarlo un po' in bocca. Alla fine se l'è menato per un po' ed è venuto. Non so dove, fuori, da qualche parte. Io non ho concluso, non m'importava, mi ha aiutato ad alzarmi e abbracciati e baciandoci ancora siamo andati a cercare Michele. Ce lo vediamo venire incontro agitato, ci dice che è arrivata la pula e che vuole andarsene via in fretta perché ha paura. Saluto il tizio che vuole lasciarmi il numero, ma gli dico che ci vedremo in giro. Michele mi dice che sono stato con un marocchino, mentre io ero convinto che fosse bianco e albanese. Avrà ragione lui.
E domenica siamo stati al lago di Garda. Magnifico posto, mi sono sentito in vacanza, a Portocervo, anche se non ci sono mai stato. Quei tetti rossi, visti dalla strada in alto, mentre scendevamo con in là il lago immenso, che sembrava un mare accolto dalle montagne. Un'immagine fantastica. Bello, mi son sentito bene. Tutto il giorno in qualche metro di spiaggia rocciosa e la sera in giro per Malcesine, bella città, buona la pizza. Sono stato bene.
E questa settimana deve ancora finire, ma all'aperitivo per la festa di compleanno di mio fratello ho scambiato qualche battuta con un'altro ragazzo, Ramiro, biondino e con capello corto e ribelle. Un bel ragazzo, peccato che si arrivato verso la fine. Ho dovuto solo guardarlo per avvicinarlo e in fretta dirgli che speravo di rivederlo presto, lui mi ha sorriso dicendomi che gli avrebbe fatto piacere. Non ci scambiamo i numeri, gli dico se passa per quel bar spesso e lui mi risponde di sì e quindi che contavo di rivederlo. Mi sorride e mi saluta ancora mentre gli altri mi portano via, perché domani si lavora(non io). Il giorno dopo chiedo a mio fratello se sa qualcosa di più di questo Ramiro e lui mi dice che è stato dentro perché ha fatto il fattorino di coca per la Trento bene. Una merda, neeext!

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