domenica 31 agosto 2008

Hard Moment

Non è la prima vola che lo penso, mi ronza questa idea da poco dopo essere tornato a Trento. Quello di mandare a cagare tutti, anzi qualcosa di più. Mandarli a cagare sarebbe recepito solo come una mia "uscita di senno". No, devono capire che mi stanno ferendo, che vi è della meschinità nel loro dire nel loro atteggiamento. Probabilmente ho io un carattere di merda, probabilmente sono io nel posto sbagliato, sicuramente. Me ne ero andato d'altronde per questo, o era per qualcos'altro? Me ne sono andato anche da Verona e forse non c'è una città , una regione, uno stato italiano o una società in cui possa stare bene. O anche questo è da mettere tra i miei soliti giri di pensieri per aquietare il mio spirito e non disperarmi o non arrivare alle conseguenze più logiche, quelle drastiche. La rottura, un nuovo inizio, iniziare daccapo, un processo che ha dell'incantesimo, di nuovo rito d'iniziazione che mi ha sempre attirato. Forse anche per la sua componente di morte, seduce e terrorizza, ma a Trento non è stato un inizio, bensì un ritorno, scaldare un corpo morto dopo aver dimenticato della sua morte. Credevo di esser diventato indipendente, di esser riuscito a tenermi alla larga dai sensi di colpa, dall'umiliazione, dai legami sentimentali, dalla mia sensibilità che non mi permettono di essere felice, di accettarmi, di approvare me stesso senza il consenso degli altri. Perchè non c'è altro modo oltre lo scontro? Perchè mi sento di essere punito per qualcosa, senza aver commesso nulla. La penso in maniera diversa, e sono punito. Amo e vengo punito. Sì, tutto questo mi sembra una lunga punizione ingiusta.
Cercano di sotterrarmi, mi sento trascinare sempre più in basso, cerco di darmi degli obiettivi, ma mi manca una volontà concreta, come se queste lotte non avessero significato per nessuno tranne che per me e neanche. L'università non m'interessa e non ne ho più bisogno, troverò un lavoro, forse un appartamento: ma con chi? Simone mi ha detto l'ultima volta che è presto andare a convivere dopo neanche due anni, e in effetti ha ragione. Aspettare altri due anni, ma cosa farei io in quei due anni? Stare dai miei? Non voglio più. Ho l'enorme paura però che lui abbia detto due anni come se fosse tutta la vita, perchè forse pensava che due anni è quanto ancora ha. Io lo amo e non riesco a stare lontano da lui, possibile che anche Dio voglia punirmi?

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