mercoledì 29 dicembre 2010

Pruriti

Prendo sempre sotto gamba la mia necessità di scrivere e poi mi ritrovo che passato un mese ho attacchi di isteria. La chiamo isteria, ma faccio uso di sto vocabolo solo per sentito dire(anche se ho letto secoli fa Freud e sarei portato a dire che quella che ho è una forma molto lieve di isteria). Voglio dire, quello che mi succede è che ad un tratto, qualunque cosa mi procura un prurito nervoso alla testa che dalla bocca mi esce tradotta in risposte verbali violente e acide, portandomi a non sopportare alcuna domanda che mi porti a "preoccuparmi" dell'altro(in qualunque forma l'altro si presenti, che sia mia madre, il fidanzato o il cane della cognata). Quindi via con l'esercizio di scrittura.

Passato pure il terzo mese con Walter, la nostra storia è ciò che occupa primariamente la mia testa. Permangono alcuni dubbi sull'essere la persona giusta per me, ma attribuisco questo mio titubare e alle storie catastrofiche precedenti e dal relativo breve tempo passato dalla rottura con Simone. Sì, questa presenza compare saltuariamente nella mia vita, ci sentiamo per telefono e mi sento ancora un po' crocerossina nei suoi confronti. Anche se in realtà l'animo da crocerossina la applico un po' a tutti nei limiti del normale buonismo e altruismo. Ho decisamente un'immagine di me molto innocente, mi credo davvero altruista e buono e poco egoista. Forse è più dovuto ai pensieri che mi faccio prima di intraprendere una qualunque azione, piuttosto che da dei fatti preponderanti. Certo ho piccole accortezze nei confronti degli altri, ma nulla di così speciale da annoverarsi come azione buona dell'anno. Diciamo insomma che non vincerei il premio nobel della pace e un po' me ne dispiaccio. Una cosa però me la voglio accreditare: all'altro penso e cerco di comprenderlo davvero. Poi faccio l'errore(forse) di rispondere il più possibile alle aspettative dell'altro, salvo poi magari innervosirmi per aver ceduto a quelle aspettative o accorgermi tardi che la scelta che ho intrapreso è stata più dettata da un mio ritiro codardo che da una decisione convinta. Negli anni per risolvere questo intoppo ho deciso di non aspettarmi nulla dell'altro(come è giusto che sia) e di predermi(ovviamente) piena responsabilità per ogni azione fatta senza riversare l'astio nella persona che aveva riposto delle aspettative in me. Lo so, è un discorso balordo, ma fate conto di essere una persona attenta all'altro anche perchè avete sviluppato con poco controllo una forte empatia e quindi ad ogni relazione rischiate di non capire cosa è vostro e cosa dell'altro, potete pure capire quanto sia importante per il sottoscritto scrivere anche queste righe, per raccogliersi e finalmente analizzare chi sono, cosa voglio e dove sto andando.
La convivenza con Walter è sempre più un desiderio galoppante e sospetto che davvero non manchi molto. Lui ne è il primo sostenitore naturalmente e già pavoneggia un primi dell'anno verso gennaio-febbraio. E io ne sarei taaanto felice. Praticamente nella "nostra" casa(così vuole che mi abitui a chiamarla) c'è tutto ciò di cui ho bisogno, certo è da sistemare il posto per i miei vestiti e la connessione lenta ad internet, ma per tutto il resto andiamo alla grande. La tv 40' c'è, il lettore blu-ray pure, l'impianto figo Bose anche, il collegamento da PC a TV l'ho fatto io, che cosa dovrei desiderare di più? Qualche settimana fa siamo pure andati a prenderci il soggiorno nuovo a cui ho contribuito aggiungendoci una libraria per ogni suo scaffale! Inoltre l'ho finalmente convinto a programmare un cambio di divano oltre a fargli prendere una scrivania apposta per il mio fisso. E c'è anche il letto nuovo che abbiamo scelto insieme, ma che ancora dobbiamo concordare quando fare 'sta spesa. Che poi non so come faccia, voglio dire, mi lascia progettare insieme a lui la casa senza chiedere alcun contributo alle spese, forse perchè sa che per ora non me lo potrei affatto permettere. Come fa ad essere così convinto del nostro rapporto? Voglio dire, ok essere innamorati, ma fare così tanto affidamento sulla coppia, come se fossimo in un certo senso già sposati. Mi dice di non preoccuparmi dei soldi e di non fare mai distinzione tra mio e suo, che se oggi compra lui un giorno quando potrò permettermelo sarò io a contribuire di più. Ma quando mai potrà succedere? Il mio orgoglio fa finta di risentirne. Certo se al lavoro iniziassero a pagarmi con una maggiore celerità non sarebbe male. L'ansia per il lavoro in fondo è diminuita proprio per la presenza di Walter, che mi dà l'illusione di una certezza economica. Da questo punto di vista faccio in fretta a dire "noi". Chemmerda. Vabbhè, tanto ho già preso la mia decisione: con il nuovo anno se le cose qui non si sistemano ed entro gennaio non ho ancora nulla sotto mano, mollo baracca e burattini, vado a Bolzano faccio il patentino e un mini corso di contabilità amministrativa(ovviamente il docente sarà W) e via!
L'ho detto che mio fratello si sposa il 18 Giugno e che da un mese è arrivata la mamma di lei che è senza lavoro e non mi pare affatto intenzionata a tornarsene giù? e che a breve arriverà pure la sorella in cerca di lavoro? Magari mi metto a dare gli opuscoli per la ricerca del lavoro attiva che ho dato pure ai miei allievi...

3 commenti:

Roccia ha detto...

Certo tutti questi cambiamenti così importanti in poco più di 2 mesi è normale che ti destabilizzano. Non che sia sbagliato o giusto, lo sapete solo voi. Ma devi dare tempo a te stesso (e a lui) di adattarti alla nuova situazione!

Aluchino ha detto...

Grazie mille per questi consigli! L'altra sera ne abbiamo un po' parlato io e w di tempi per assimilare i cambiamenti e mi pare che la cosa abbia proprio senso :D

Roccia ha detto...

ne sono contento .)