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tramite Diario Scapestrato di Alucard82 il 17/04/06
Dopo sei mesi mi son fatto il mio primo sabato, evviva! Sono arrivato a descrivere solo fino a poco dopo pranzo, ma non mi sento di descrivere per filo e per segno quello che è avvenuto, farò anzi una breve lista concentrata degli accaduti:-ore otto della sera, Gemini non ha ancora chiamato per mettersi d'accordo(ovviamente cercare di contattarlo è cosa assolutamente inutile)
-io e la Mamy ci mettiamo d'accordo di fare riunione nel mio appartamento; sul tavolo: tè al limone, birra, vodka e piadine(grazie ancora per il cibo^^)
-quasi le dieci, finalmente Gemini si fa sentire, e dopo un altra ora circa si parte
-alla festa non c'è gran casino, ma si può bere a prezzi contenutissimi
-non riesco ad ubriacarmi T^T
-Gemini si ubriaca
Qui mi fermo un pò. Non so se avevo mai parlato di ciò che lui chiama "il suo hobby". Dunque, in brevis(sempre perchè vorrei passare ad altre mie pare), lui si diverte ad intortare le tipe, e trova compiacimento per sè nel fare il playboy(mamma, quanto è ridicola 'sta parola). Motivazioni? La sua: vendetta nei confronti delle donne perchè una volta ha sofferto per una di esse. La mia: insicurezza, cercare nell'esterno conferme del proprio io(ne ho scritto un saggio a riguardo). Ora, se lui cominciasse ad aprirmi un pò di più le paure che ha dentro, probabilmente ci potrei lavorare sopra, ma c'è un piccolo particolare: non passiamo abbastanza tempo assieme(cosa che fa suscitare le mie pare). Alla festa gli capita una "preda", prima di "provarci" mi scrive un sms "ti voglio bene", tre parole che mi danno abbastanza forza per sopportare e passare sopra alla cosa. Gli va male, e la family, guardando il suo post-atteggiamento, mi dice che si è depresso(ulteriore conferma della mia teoria sopra esposta). Passa venti minuti a parlare con il suo migliore amico(di cui non nascondo di essere un pò geloso, giustappunto perchè ho sempre impresso il mio rapporto passato ambiguo con Fievel). Ritorna ad aggregarsi al gruppo e io lo convinco a prendere la moto per una ricarica di sigarette. Breve scambio di preoccupazioni sul suo grado alcolico e la sua capacità di guidare la moto: io non ho paura, mi reputo pur sempre un ragazzo fortunato(d'altronde doveva piovere, ma non l'ha fatto). Si parte. Ci fermiamo a chiedere informazioni per il tabacchi e chi cavolo incontriamo? Una coppia gay... ma guarda un pò te le coincidenze. Ottenute le indicazioni, ripartiamo. Ci fermiamo... io con una scusa("hai visto quelli? Poco prima che gli parlassi erano messi così...") lo abbraccio, poi lui si gira, mi bacia, una, due, tre volte. Si torna indietro... credo che cominci a piacergli baciare, ma forse era più l'effetto alcool, anche perchè prima mi ha intimato di volermi fare una cosa... okkei...
Certo che io mi accontento di poco, mi bastano due suoi sguardi e per me è già tutto a posto, mi calmo, sto in pace.
Il problema in effetti è solamente quando non lo vedo, quando mi fa passare dei giorni prima d'incontrarci. Ieri ho lavorato, è arrivato, ha preso quello che si era dimenticato a casa mia(che pian piano sta diventando un magazzino delle sue cose tra sigarette, occhiali, cintura, casco e non so quant'altro), io mi preoccupato di fissarci un'appuntamento(mi sembra di avere a che fare con il dottore, "le va bene se passo alle cinque il giovedì? no? che ne dice allora del prossimo mese?"), lui risponde "martedì o mercoledì....), al più mi va bene martedì E mercoledì, poi andrà a finire che non ci si vede fino a venerdì... ti prego fa che non sia così, non voglio più passare una settimana come quella appena trascorsa, in cui non l'ho potuto vedere per addirittura 5 giorni... giuro non ce la faccio! E non è per un discorso di fidarsi o meno, è proprio che il nostro rapporto, nonostante si è detto che stiamo insieme, è ancora in fase indeterminata. Probabilmente lo sono anche i nostri sentimenti(ritengo di poter parlare al plurale, ormai sentire lo stato emozionale dell'altro è diventata una pratica quotidiana), confusi a tal punto che dirsi "ti voglio bene" perde di significato in quanto le tali parole son troppo definite e stanno strette a quel che provo(qui parlo al singolare che non vorrei portarmi sfiga da solo). Sono in un continuo stato confusionario, quando non sto con lui, non capisco per nulla ciò che provo, alla Catullo "odi et amo".
Ho il vago sospetto che davvero dovremo crearci un mondo e un tempo a parte, fuori da questa realtà, per cominciare a vivere la nostra storia. E questo vorrei farlo quando verrà a Nordica... e poi continuo a pensare di prendere in seria considerazione il fatto di andare a vivere assieme.. sono impazzito? Io che dico queste parole dopo solo un mese e qualche settimana di frequentazione: sembro irriconoscibile!
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